Antonio Banderas, l'ambasciatore e il motore culturale di Málaga
L'attore spagnolo è tornato a vivere nella sua città e le ha regalato una nuova vita culturale: un teatro in cui produce musical, cinque ristoranti e adesso un nuovo, ambizioso spazio polifunzionale
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi voliamo a Málaga, dove Antonio Banderas è tornato pochi anni fa, trasformandola in poco tempo in un polo di teatro, gastronomia, cultura e turismo. Non ho in mente un attore che abbia fatto tanto per la sua città, per questo è una storia che va raccontata!
Antonio Banderas, il miglior ambasciatore di Málaga
A vent'anni, Antonio Banderas lasciò la sua Málaga per Madrid, con una valigia in mano e in tasca 15mila pesetas, circa 100 euro. Era il 1980, voleva diventare attore e la Madrid della Movida era il posto giusto. Un paio d'anni dopo, Pedro Almodóvar lo vide a teatro e lo cercò in camerino, per chiedergli se era interessato al cinema. Il resto è la storia incredibile di uno dei più importanti sodalizi artistici del cinema spagnolo contemporaneo e di un attore che ha lasciato il proprio Paese per aprire a Hollywood le porte a una nuova generazione di attori ispanici, compresi i connazionali Javier Bardem e Penélope Cruz, vincitori di Premi Oscar.
Una decina di anni fa, dopo il divorzio da Melanie Griffith, e probabilmente spinto dall'infarto che nel 2017 gli ha fatto vedere la vita con altri colori, è scattato qualcosa e Banderas è tornato a vivere a Málaga. Non che avesse interrotto i rapporti con la città natale. Non c'è media spagnolo che non abbia riportato per anni le foto di Antonio e Melanie alla processione della Cofradía de la Virgen de Lágrimas y Favores della Semana Santa malagueña, raccontando tutti gli anni lo stupore americano di lei davanti a tanto fervore. A Málaga non è tornato un nostalgico in cerca del tempo perduto, ma un uomo brillante, con le risorse necessarie per investire in quello che ama. In pochi anni, Antonio Banderas è diventato il miglior ambasciatore di Málaga e il suo motore culturale.
Sistematosi in un attico del centro storico, nei pressi del Bar Pimpi, di cui è socio, Antonio ha preso in mano il Teatro Soho. Qui produce, e spesso interpreta, musical come A Chorus Line, Company o il più recente Tocando nuestra canción (Stanno suonando la nostra canzone) di Neil Simon; il suo punto di riferimento è Broadway, sia per lo stile che per la qualità. I suoi spettacoli lasciano poi Málaga e compiono tour in tutta la Spagna. Per la città sono fonte di lavoro e occasione di promozione culturale.
Al Teatro Soho si è appena aggiunto l'ambizioso Espacio Sohrlin Andalucía, un edificio costruito negli anni 40, che è stato già stabilimento siderurgico e tessile, poi silo per il grano. "Continuiamo in modo coerente la storia del complesso: adesso è sede di un'industria culturale" ha detto Banderas durante la presentazione. La cultura come industria, già una visione diversa e imprenditoriale. Circa 8mila metri quadrati in cui si vogliono ospitare "teatro, musica, circo, ma anche le nuove tecnologie, e una scuola tecnica, dedicata alla formazione dei mestieri legati alle arti sceniche e audiovisive" racconta il quotidiano ABC. Previste anche sale per l'insegnamento, cucina, zone di riposo e una residenza con 11 camere. Il gioiello è però una sala gigantesca, che potrà adattarsi ai diversi tipi di spettacoli e al loro pubblico.
Nella presentazione di Sohrlin ai media, che Banderas ha condotto con Domingo Sánchez, CEO di Merlín Producciones, è stata chiara l'ambizione dell'attore. Nel complesso saranno offerti corsi e masters legati alle arti e piuttosto costosi, a causa all'alta qualità che garantiscono. Ma Antonio, che è sempre socialista inside (e ci tiene), ha detto subito che "almeno il 30-40% degli studenti avrà borse di studio, per le quali abbiamo già stretto accordi, perché non vogliamo che il talento sia limitato dalla mancanza di risorse". E ancora: "Il centro diventerà un nuovo punto d'attrazione del turismo culturale. È già successo con il Teatro Soho: il 57% del pubblico di Company non era di qui, veniva per un paio di giorni, visitava il Museo Picasso, faceva una passeggiata in città, cenava, vedeva il musical al Soho e il giorno dopo prendeva treno o aereo per tornare a casa". Così Banderas parla di un turismo di qualità, lontano da quello degli ubriachi, che terrorizza la Spagna: "Guardiamo alla cultura e all'arte, se la città si potenzia in questo terreno, possiamo contribuire a creare la Málaga soñada, la città sognata".
Il dinamismo di Banderas passa anche per la gastronomia. Da quando è tornato, ha aperto con alcuni soci ben cinque ristoranti, gestiti con una società che porta il nome del primo, il Tercer Acto. Come si può intuire, è un locale pensato per il dopo teatro, con una cucina mediterranea con fusion giapponese. Il ristorante Doña Inés offre una cucina tradizionale andalusa, mentre La barra de Doña Inés punta sulle tapas, che usano come base le ricette tradizionali andaluse (questo mi sa che è proprio da provare). Atrezzo è un ristorante di gusto italiano, con pizze napoletane e pasta fatta in casa, mentre La Pérgola del Mediterraneo mescola cucina andalusa e asiatica; qui si vedono le origini di Banderas, perché ha anche un ampio spazio per eventi o esibizioni artistiche.
Si potrebbe dire che dal ritorno del bell'Antonio a Málaga si respira un'altra aria? Sì. E si potrebbe aggiungere che l'attore è l'ambasciatore e immagine della città. La sua presenza ha dato alla Settimana Santa di Málaga la visibilità mediatica di cui gode tradizionalmente quella sivigliana e i VIP iniziano ad affacciarsi anche sul Mediterraneo. E non solo: sbarca la regina Sofia per seguire una certa processione? La accoglie e l'accompagna Antonio Banderas. Al Festival di Málaga, che in primavera apre la stagione spagnola dei Festival cinematografici, si muove come in casa propria e non mancano mai le foto con gli ospiti della manifestazione. A Málaga si vede spesso la star delle dizi turche Kerem Bürsin e l'abbraccio del bell'Antonio, che lo stima sinceramente, lo piazza su tuti i siti web d'informazione. Ormai se vai a Málaga e non ricevi il saluto di Antonio Banderas non sei nessuno.
"Quando mi è successo quello che è successo [l'infarto, nel 2017, a 57 anni], mi sono liberato di molti giocattoli cari e inutili e sono tornato alla mia essenza. La gente dimentica che sono attore per via del teatro, indipendentemente dal fatto che poi abbia avuto una carriera diciamo di successo dal lato economico e divertente per la fama arrivatami. Il cinema è stato un'incidente' di 120 film che mi hanno permesso di fare il teatro che voglio come lo voglio" dice adesso, che sceglie i film per divertimento e perché pensa alle risorse che gli garantiranno per il suo teatro. Che gli dei siano sempre con te, Antonio.
Frase della settimana
"Se gli abitanti di Málaga non hanno un posto dove vivere, chi si prenderà cura di quei turisti? Dove alloggeranno i camerieri che servono vino e spiedo?"
(Isabel Rodríguez, Ministra della Casa)
Una frase molto contestata in settimana: la Ministra stava attaccando la proliferazione di appartamenti turistici in città, ma non è piaciuta la sua idea di turismo, che vede gli abitanti delle città come camerieri, al servizio del turismo con lavori di bassa qualità.
Tenendo le fila
Continua la saga di Begoña Gómez in tribunale. La moglie del presidente del Governo Pedro Sánchez è indagata per traffico d'influenza e corruzione, prima per aver firmato una lettera di raccomandazione per un imprenditore che ha lavorato con lei al Master che dirige nell'Università Complutense di Madrid e adesso, sembra, per aver registrato a proprio nome un software usato nel Master. Un secondo rapporto della Guardia Civil sostiene di nuovo non ci siano indizi di reato nelle sue attività, l'Università Complutense assicura di non aver trovato elementi a suo carico, anche se chiede al giudice Peinado di continuare a indagare. Stampa di sinistra e di destra duellano sui reciproci nuovi scoop e qualche giorno fa, interrogata da Peinado, Begoña si è avvalsa della facoltà di non rispondere su consiglio della sua difesa. Non sappiamo ancora di cosa è accusata, sostiene il suo avvocato Antonio Camacho.
Si intitola Tierras de mujeres – Intrecci di vite, e si può vedere anche in italiano: è la nuova serie di Apple TV, con Carmen Maura (che fu protagonista di Donne sull'orlo di una crisi di nervi di Pedro Almodóvar insieme ad Antonio Banderas) ed Eva Longoria, che è anche coproduttrice (in questa bella intervista a El País spiega quanto siano importante per lei la produzione, lo spagnolo, che ha imparato da adulta, e la Spagna). Siamo a New York, dove la ricca Gala ha appena inaugurato un negozio di vini e viene minacciata da due loschi individui a causa dei debiti del marito. In due secondi prende madre (Carmen Maura) e figlia (l'esordiente Victoria Bazúa) e scappa nel paesino materno catalano, il fittizio La Muga, circondato da vigneti. Qui apre una nuova pagina di vita e non è difficile immaginare abbia a che fare con le vigne. Ve lo segnalo senza averlo ancora visto, sulla fiducia, intendo vederlo in questi giorni.
Se avete la ventura di visitare Madrid nelle prossime settimane, inserite tra i posti da vedere i giardini del Palacio de Liria, la residenza dei Duchi d'Alba, aperti al pubblico per la prima volta. Costruito nel XVIII secolo, il Palazzo fu dotato di un giardino simmetrico, con fontana al centro e poco è cambiato fino all'inizio del Novecento, quando il XVII Duca d'Alba Jacobo Fitz-James Stuart, padre della mitica Cayetana e nonno dell'attuale duca Carlos, decise di aggiungere il parterre e le sculture oggi presenti, importando pezzi classici dalla Grecia, da Roma e dall'Egitto. Sua figlia Cayetana gli diede un'aria francese e piantò diversi roseti. Nel percorso, un curioso cimitero per animali domestici, in cui si trovano anche le spoglie di un cane della regina Victoria Eugenia. Il biglietto costa 23 euro se comprende anche la visita al Palazzo o 7 euro, da martedì a domenica alle ore 10.15 e alle ore 10.30; i posti rimasti sono pochissimi e il giardino chiuderà le porte alla fine di agosto.
P.S.
Mi trovate anche su venividiscrissi, newsletter di interviste e riflessioni, in cui seguo le mie curiosità, senza pormi limiti di argomenti e ampliando sempre orizzonti.
Nell'ultimo articolo, si parla di bioarchitettura e sostenibilità con 25 verde, il primo edificio italiano con gli alberi nelle sue facciate, costruito a Torino una decina di anni fa. Un rapporto tra architettura e natura che ha cambiato lo stile di vita degli abitanti e ha portato un microclima piacevole anche nelle afose giornate estive. La rivoluzione silenziosa di 25 verde
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Questo articolo è arrivato a proposito. È da diverso tempo che mi chiedo perché i nostri "divi" o i nostri imprenditori, non fanno nulla per abbellire la nostra comune terra. L'unico è Boccelli che a risistemato il paese dove vive. Esiste anche un piccolo borgo in Brianza, dove una famiglia di imprenditori possiede una casa, che ha sistemato e allargato il cimitero, parcheggio compreso, ha ristrutturato l'asilo e la scuola elementare, ha fatto un grande parcheggio all'inizio del paese. Sicuramente esistono altre realtà, ma applaudo a Banderas che ha investito nella sua Terra
Che bello che, dopo aver vissuto tra i fasti di Hollywood, abbia deciso di tornare a casa!