Il Real Madrid si arrende e sospende i concerti al Santiago Bernabéu
Con l'ambiziosa ristrutturazione, il glorioso stadio madridista è diventato un'ambita location per concerti. Il Real Madrid deve però fare i conti con i disagi dei residenti, sul piede di guerra
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi andiamo a Madrid, alla scoperta del Santiago Bernabéu, uno dei stadi più gloriosi del mondo (l’Italia vi ha pure vinto un Mundial, nel 1982). Oggetto di una spettacolare ristrutturazione, è stato trasformato in uno spazio polifunzionale. Nessuno si è preoccupato del disastro che avrebbe rappresentato per la vita quotidiana dei dintorni.
E los vecinos hanno risolto il problema del Santiago Bernabéu
È la prima vittoria dei residenti, los vecinos, negli immediati dintorni dello Stadio Santiago Bernabéu di Madrid: tutti i concerti previsti nella struttura fino a marzo 2025 sono stati sospesi. Costernazione tra i cantanti, che hanno dovuto cancellare le date già previste. Salta definitivamente il Festival K-Pop, che, in programma il 12 ottobre, doveva essere il maggior evento mondiale del K-Pop. Devono rimandare i loro concerti al 2025 cantanti popolari e amati come Aitana, Lola Índigo, Dellafuente. Non si contano i messaggi di dispiacere degli artisti. "So che alcuni di voi arrivavano dall’estero e avevano prenotato alberghi e appartamenti, organizzandosi Natale intorno al concerto, mi spiace da morire" ha scritto Aitana sui suoi social, sottolineando come tutto questo non dipenda da lei e dal suo staff.
Il Santiago Bernabéu sta procurando più di un grattacapo al Real Madrid. La sua ristrutturazione ha richiesto un investimento di quasi 600 milioni di euro ed è durata circa quattro anni, dall'estate 2019 fino alla fine del 2023. Non è stata solo una trasformazione molto ambiziosa della struttura sportiva, ma anche una riqualificazione urbana, con la creazione di nuove piazze e nuovi punti di socializzazione affacciati sul Paseo de la Castellana, il più imponente viale madrileno, e con la pedonalizzazione dell'adiacente calle Rafael Salgado.
Progettato dal gruppo di architetti degli studi GMP, L35 e RIBAS, ha 3mila nuovi posti a sedere e, oltre al campo di calcio, conta anche su spazi per le conferenze, e-sports, ovvero sport virtuali, un ristorante e uno store con gli sponsor della squadra. Soprattutto c'è un ampliamento del Museo del Real Madrid: qui di possono ammirare i trofei e le mirabilia dell'incredibile storia dei blancos e degli uomini che l'hanno realizzata. 15 Champions League, come nessuno mai, 36 titoli della Liga spagnola e 20 Copas del Rey, successi legati anche ad alcuni dei nomi più importanti della storia del calcio mondiale. Per dare un'idea del giro d'affari che muove il Real Madrid: il suo Museo è il terzo più visitato della capitale, dopo il Prado e il Reina Sofia; secondo i calcoli della società, l'ampliamento dovrebbe portare un milione di visitatori in più all'anno.
Il cambiamento più visibile dello stadio è il rivestimento esterno, che lo fa sembrare un corpo estraneo, per forme, volumi e materiali, al quartiere residenziale degli anni 60 in cui è inserito. È in acciaio e dà allo stadio una forma fluida e possente, in netto contrasto con le geometrie regolari dei dintorni. "L’intervento più significativo introdotto dal progetto è la realizzazione del nuovo involucro esterno, una pelle continua che ha già cambiato il suo impatto urbano, a nord del centro storico. L’eterogeneità dei vecchi ma familiari fronti è stata uniformata da una facciata che senza soluzione di continuità avvolge e ingloba il volume del vecchio stadio. La sua geometria, dalla forte orizzontalità, è definita dalla sovrapposizione di grandi lamelle metalliche che corrono, curvandosi in corrispondenza degli angoli e delle sporgenze volumetriche e definendo feritoie continue. Di giorno riflette la luce esterna e di notte permette di realizzare giochi di luce e proiezioni sulle parti in cui sono strategicamente installati LED. L’involucro perforato consente anche la ventilazione naturale degli spazi interni e l’ingresso di quantità di luce modulate dall’inclinazione delle lamelle" scrive Laura Milan su www.teknoring.com.
Tutto è stato progettato per fare del Bernabéu una struttura polifunzionale, così da garantire il ritorno dell'investimento. L'idea di base, quella che sta creando gravissimi problemi con i residenti, è un uso quotidiano dello stadio, tra concerti, eventi sportivi, persino fiere e congressi. Per questo è stato dotato di "un campo retrattile e di una copertura mobile, apribile e richiudibile in soli 15 minuti, è molto più di uno stadio di calcio: una struttura hi-tech, destinata a ospitare numerose tipologie di eventi. Una volta scomparso il manto erboso, infatti, si possono posizionare altre superfici, e il campo può anche essere diviso in più parti. Si possono svolgere in contemporanea una partita di basket sul parquet e un incontro di tennis su un altro terreno di gioco. Il campo è suddiviso in diversi settori posizionati su piattaforme con rotaie, che possono essere traslati sotto la superficie di gioco, all’interno di uno spazio ipogeo profondo 35 m, climatizzato e illuminato artificialmente. Il manto erboso viene così spostato in un ambiente protetto, dove può essere correttamente irrigato e manutenuto". Praticamente una struttura architettonica così all'avanguardia che meriterebbe una visita anche solo per se stessa. Nel video sottostante, lo spettacolare sistema che permette di trasferire il prato negli spazi ipogei.
In vista dello sfruttamento ludico del suo stadio, il Real Madrid ha firmato un accordo ventennale da 360 milioni di euro con il gruppo Sixth Street e con Legends Hospitality, società statunitense specializzata nell'organizzazione di concerti ed eventi. Insieme hanno costituito una società per la gestione del Bernabéu, il cui ricavato andrà al 70% al Real Madrid e al 30%a Sixth Street. Dunque, il Real ha bisogno dei concerti e delle attività collaterali. La seconda vita dello stadio, insomma, non si discute. Ma.
Inaugurato in primavera, il Bernabéu ha ospitato i più importanti concerti della stagione, da Taylor Swift a Luis Miguel, per citare i più attesi e affollati, ma senza dimenticare tutti i cantanti spagnoli che si sono esibiti al suo interno. Il Real Madrid non ha però pensato che il suo stadio sorge in una zona residenziale densamente popolata. E per gli abitanti dei palazzi adiacenti è un vero disastro: non solo alti decibel e musica fino a notte inoltrata, ma anche traffico senza controllo, migliaia di fans accampati per giorni in attesa del via libera all'ingresso, con le conseguenze in materia di pulizia e rifiuti, parcheggi introvabili e vita quotidiana sconvolta. Dopo i mugugni, arrivati ai quotidiani locali, i residenti si sono organizzati in vere e proprie piattaforme di protesta: lo Stadio Bernabéu non può ospitare concerti tutti i giorni, ne va del benessere di chi abita negli edifici intorno.
Per mesi i media hanno riportato quanto la riqualificazione del complesso abbia fatto aumentare il valore delle residenze adiacenti; ma recentemente un nuovo studio pubblicato da El Mundo sottolinea come la contaminazione acustica e i disagi creati alla vita quotidiana stiano cambiando il mercato immobiliare dell’area: i residenti in fuga stanno mettendo in vendita i loro appartamenti (+57% in un anno), diventati oggetto del desiderio di turisti e investitori immobiliari (una nuova gentrificazione, insomma). Il Comune è stato costretto a misurare i decibel dei concerti e ad ammettere che superavano ampiamente quanto permesso dal regolamento comunale. Il Real Madrid, tutto va detto, è sempre stato disponibile a rivedere la sua struttura, per creare meno disturbo possibile (e per pagare meno multe). Così aveva già pianificato chiusure con pannelli isolanti negli spazi più vicini agli edifici dei dintorni, un lavoro che sarebbe durato diversi mesi. I residenti non erano però convinti, ritenendo che i suoni non sarebbero stati controllati se non con una chiusura totale del tetto e continuavano a minacciare azioni legali. Fino alla resa del Real Madrid, che si è preso sei mesi per riorganizzare il suo stadio e il calendario dei concerti.
La beffa è che diversi artisti, subodorata l'aria di possibili cancellazioni di concerti nel 2025 si sono rivolti direttamente allo Stadio Metropolitano, costruito ex novo dal rivale cittadino, l'Atlético Madrid, in un'area più adatta a una vita polifunzionale, nella periferia orientale della capitale.
Le foto esterne dello stadio sono di Miguel de Guzmán per L35 Architects
Tenendo le fila
La Diada più attesa degli ultimi anni, la prima da quando l'indipendentismo ha perso la presidenza della Generalitat, ha confermato, nel caso fosse ancora necessario, il declino dell'indipendentismo: nelle strade di Barcellona c'erano solo 60mila persone, secondo i dati della Guardia Urbana. Ai tempi belli della rivendicazione dello Statut, messo in discussione da Madrid, una quindicina di anni fa, manifestavano in quasi due milioni. Ma la sconfitta degli indipendentisti non è solo nei numeri della Diada, la Festa della Catalogna, ma nel sentimento popolare. I catalani che si sentono solo catalani sono scesi dal 29,1 al 18% negli ultimi dieci anni, con una caduta maggiore tra i più giovani, passati dal 29,3 all'11,4%. Una discesa su cui l'indipendentismo dovrà aprire lunghe riflessioni.
Dall'11 settembre al 5 ottobre, Siviglia respira flamenco e batte al ritmo dell'arte jondo, senza il quale non si potrebbe immaginare. Il leit motiv di questa 23ª edizione è Olé de nuevo, che mi piace tantissimo. E mi piace anche come l'ABC di Siviglia presenta quest'appuntamento, con il solito tono modesto che contraddistingue i sivigliani (abituatevi, se volete aver a che fare con loro). "(…) Il Festival in cui tutti vogliono esibirsi, gli spettacoli che tutti vogliono vedere. La Biennale degli incontri. Delle "notti uniche", fino a 30. Di quello che è genuino e irripetibile". Lo spirito della manifestazione e del flamenco sono questi e non morirò senza aver visto almeno una volta la Bienal del Flamenco de Sevilla. Su instagram: www.instagram.com/labienaldeflamenco/
Prima Dani Alves, poi Rafa Mir. Alcuni calciatori hanno un problema con il sesso consentito e non mancano le denunce. Pare che alcuni di loro usino adesso un contratto sul consenso sessuale per premunirsi davanti a possibili accuse. Lo ha mostrato su Twitter Miguel Ángel Galán e subito sono partite le obiezioni, anche perché cita "violenze accidentali". E argomenta a Público l'avvocata Laia Serra: "Un contratto del genere non offre alcuna copertura legale: una donna può consentire alcune pratiche sessuali e poi cambiare idea mentre le sta mettendo in pratica". Mentre lo storico e dottore in studi di genere Fernando Herranz sottolinea che "c'è una grande quantità di uomini che è d'accordo con questi contratti e che sta normalizzando la violenza patriarcale".
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Che storia quella del nuovo stadio del Real, chissà come ne verranno fuori! Speriamo che non diventi la solita zona per affitti a breve termine mentre i residenti veri scappano altrove. Se non trovano una soluzione mi sa che il destino è quello... Merita una visita comunque, è stupendo!