"Soy Nevenka", il film che scuote (di nuovo) la Spagna
Icíar Bollaín ha portato a San Sebastián la storia di Nevenka Fernández, che fece condannare un politico per molestie. Un caso che scosse il Paese e costrinse la vittima a rifugiarsi all'estero
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi parliamo di un film, Soy Nevenka, che ha riportato di attualità un caso di 20 anni fa, la prima condanna di un politico per molestie, che costò alla vittima il trasferimento all’estero. E la domanda che tutti si fanno adesso: quante Nevenka ci sono oggi in Spagna?
Soy Nevenka e la Spagna si guarda allo specchio: quanto è cambiata?
Il Festival de Cine de San Sebastián (Donostia Zinemaldia in basco) è la rassegna cinematografica più importante e attesa di Spagna. A settembre, subito dopo la Mostra del Cinema di Venezia, porta nei Paesi Baschi star nazionali e internazionali e molti film che aspettano il passaggio al Festival per poi uscire nelle sale spagnole subito dopo. Quest'anno si è parlato molto di Soy Nevenka, ispirato alla storia vera di Nevenka Fernández. Firmato da una regista famosa e apprezzata come Icíar Bollaín, magari arriverà in Italia (o finirà su qualche piattaforma digitale, prima o poi), per cui ve lo segnalo.
Nevenka Fernández è la prima donna che ha denunciato e fatto condannare un uomo politico, il sindaco di Ponferrada Ismael Álvarez, per molestie. Prima di riuscirci ha subito una tale campagna di discredito da aver lasciato la Spagna, ancora adesso vive in Irlanda, dove ha avuto due gemelli e conduce "la vita che volevo". Laureata in Economia e con un master alla Complutense di Madrid, nel 1999, 25enne, decide di tornare a casa, a Ponferrada, in Castiglia e León, e di presentarsi alle elezioni locali nel Partito Popolare. La vittoria di Ismael Álvarez la porta alla guida dell'Assessorato delle Finanze del Comune. Circa un anno dopo, Nevenka si dimette a causa di una depressione e a marzo 2001 denuncia Álvarez, con cui aveva avuto una breve relazione, per molestie. Il PP non la appoggia e, anzi, inizia una campagna di discredito che arriva anche a livello nazionale.
Persino una giornalista influente come Ana Rosa Quintana, il cui magazine tv mattutino era il più visto dell'epoca, disse: "Una ragazza laureata, con un master, Assessora alle Finanze, voglio dire, una persona con strumenti culturali… Primo, come fa a farsi molestare? E poi, come mai tarda così tanto tempo a denunciarlo?!". "[iniziavano così] le manifestazioni a favore del sindaco e contro l'onorabilità di Nevenka ('Nessuno mi molesta se non voglio. Nessuno', ha gridato in televisione una residente di Ponferrada, così sicura della sua voce, quanto ignara di cosa siano le molestie e delle loro conseguenze ) e il primo grande dibattito pubblico sul consenso, che si concluderà, dopo un processo mediatico, con la condanna penale di Ismael Álvarez il 30 maggio 2002, sentenza ratificata dalla Corte Suprema nel novembre 2003, che però ha ridotto la multa economica inizialmente inflitta al molestatore" scrive El País. E quando il sindaco, condannato in primo grado, si dimette, si prende gli applausi del PP e la lode di Ana Botella, moglie dell'allora Presidente del Governo José Maria Aznar, perché "il suo gesto merita molto rispetto". Da parte sua, Nevenka Fernández, intorno alla quale è stato fatto intanto il vuoto, deve lasciare la Spagna per trovare lavoro e serenità.
Il film, già nella sale spagnole, ricostruisce la sua storia e Nevenka, che accompagna spesso Bollaín nella promozione, dice di essere riuscita solo una volta a vederlo tutto. Le molestie sono difficili da dimostrare: "Sono fatte di tante azioni piccole, insignificanti, che possono sembrare senza importanza se viste separate dal resto delle azioni che si verificano", ma sono "una goccia continua che attacca la vittima su molti livelli. C'è un processo interiore devastante, mi sembrava di impazzire". Una sua frase, finita sui media, mi ha molto colpito: "Quando ti toccano il sedere non sei più nessuno, perché quando arrivano le molestie fisiche, il tuo molestatore ha già fatto un lavoro precedente che ti ha distrutto". E Icíar Bollaín racconta la difficoltà di spiegare questa continua molestia: "Tutte le sue azioni (di Ismael Álvarez) sono un po' da manuale, per cui la vittima appare come la pazza, la colpevole, perché tutto il linguaggio dello stalker è '...Guarda come mi hai', 'Guarda come mi fai...', 'Ma cosa vuoi, che prenda una scatola di pillole?' Il molestatore scarica costantemente la responsabilità sulla vittima. Il bullismo è complicato da capire".
La parte finale del film mostra le reazioni dell'opinione pubblica e dei media davanti alle accuse di molestie al sindaco. C'è l'intervento tv già citato di Ana Rosa Quintana, c'è l'incredulità e anche la cattiveria verso una donna molto giovane, bella e preparata, che osa denunciare un uomo potente. "La stampa ha un ruolo e una responsabilità molto grandi e a quel tempo la narrazione sosteneva il potente perché era parte di una cultura che voleva sentire questo" ha detto Nevenka in questi giorni. E la regista spiega perché ha voluto inserire le reazioni mediatiche dell'epoca: "Perché quel ritratto di alcuni media fa parte della storia, quella di una donna che osa portare in tribunale un uomo con quel potere e quel sostegno mediatico".
Se Icíar Bollaín e Nevenka Fernández sono le protagoniste della promozione del film, non mancano le interviste alla 28enne Mireia Oriol, l'attrice che le dà volto e luce sullo schermo. Per questioni anagrafiche, non ha ovviamente memoria degli eventi di inizio secolo, lei è piuttosto la testimone dei cambiamenti avvenuti nel frattempo. Nel 2016, La Manada, il gruppo di uomini che violentò e filmò una ragazza ubriaca, incapace di difendersi, durante i San Fermines di Pamplona, suscitò una reazione indignata di tutta la società spagnola, uomini compresi. Ci fu l'affermazione di un concetto che tutti dovremmo tenere sempre presente: sì, voglio tornare a casa alle 4 di mattina, ubriaca e in minigonna e nessuno deve poter pensare di mettermi le mani addosso, se non voglio. Sembra banale, ma c'è ancora chi pensa che se torni a casa alle 4 di mattina ubriaca, un po' te la sei cercata. Dal processo a La Manada e relative condanne, nel 2019, in Spagna è un po' più complicato pensarlo. A proposito di questo cambiamento Mireia dice: "Adesso ci si posiziona a favore della vittima, gli atteggiamenti contro di lei magari si vedono a porte chiuse, ma pubblicamente è molto più difficile. Il film cerca di rispondere a quella domanda che ci siamo fatti tutti in qualche momento: perché è rimasta lì?, perché glielo ha permesso? Cerca di spiegare il crollo dell'identità della persona che smetti di essere. Le violenze esercitate in modo così sistematico sono molto intelligenti: chi le esercita sa che quello che sta facendo distrugge la personalità di chi le soffre. Responsabilizzare chi riceve il colpo invece di chi lo dà è cosa molto antica".
E per dare un tocco di consapevolezza chiudo con le parole di Nevenka Fernández in un programma di Cadena Ser, una delle radio più ascoltate di Spagna: "Ovviamente ci sono altre Nevenka e Ponferrada e scuole in cui esiste un problema gravissimo di bambini molestati e suicidi e bullying sul posto di lavoro…". Non giriamo gli occhi dall'altra parte e ascoltiamo sempre.
La frase della settimana
"Ancora una volta, coloro che scelgono la guerra invece della pace cambiano il destino di milioni di civili innocenti, mettendo fine a vite umane, cambiando confini e sfollando popolazioni: è inaccettabile"
(Re Felipe VI, in visita in Giordania)
Tenendo le fila
Movimenti da tenere sotto osservazione nel PP, il cui presidente Alberto Núñez Feijóo sembra aver deciso di smettere la rincorsa a Vox verso l'estrema destra, per puntare decisamente verso gli elettori moderati e persino progressisti. Negli ultimi giorni il leader conservatore ha parlato di misure sociali come la conciliazione familiare, la casa e persino la riduzione dell'orario di lavoro (in realtà propone di aumentare le ore giornaliere per guadagnare un giorno libero). Guardano con diffidenza al suo movimentismo sia i settori più conservatori del PP sia la Confindustria spagnola. Feijóo per ora segue convinto il nuovo cammino propositivo perché, spiega, "per usare i problemi degli spagnoli come artiglieria politica ci sono già altri", riferendosi non troppo velatamente a Vox. Mentre dal PP gli fanno presente che "se Errejón [leader dell'estrema sinistra] ti fa i complimenti, qualcosa stai facendo male". La curiosità è infatti l'abbraccio in fieri tra il leader del PP e l'estrema sinistra, che vede finalmente sul tavolo i suoi temi sociali più cari. Da seguire.
Felipe VI ha detto la sua sul mancato invito all'insediamento della nuova presidente del Messico Claudia Sheinbaum, ovviamente senza fare nomi. Approfittando dell'incontro delle Academias Hispanoamericanas de la Historia, il Capo di Stato spagnolo ha ricordato che "ai Paesi iberoamericani ci uniscono la storia e legami molto intensi di affetto e fraternità. Negli ultimi decenni ci uniscono anche crescenti relazioni economiche e visioni sempre più vicine sui temi globali. Soprattutto ci uniscono la nostra lingua e la nostra cultura condivisa. Un attivo di immenso valore che dobbiamo potenziare con determinazione e generosità". E, ancora, "la relazione è così profonda che ci permette anche di parlare con franchezza dei nostri disaccordi, inevitabili in tanti secoli di storia condivisa, ma sempre dal rispetto, basato sull'amicizia". "Il focus dei nostri rapporti deve orientarsi al presente" ha continuato il re spagnolo "per questo è essenziale prendere ispirazione da quello che ci unisce per trovar risposte pragmatiche, utili ed equilibrate, che arrivino a tutti".
Torniamo al Santiago Bernabéu, che fino a marzo 2025 non ospiterà più concerti, ma i cui piani di sviluppo sono adesso in forte difficoltà. Il Real Madrid aveva progettato di guadagnare non solo dai concerti ed eventi programmati nello stadio, ma anche dal parcheggio sotterraneo costruito sotto la calle Padre Damián, adiacente allo stadio. Secondo gli accordi con il Comune, il Real avrebbe dovuto anche poter sfruttare i 20mila metri quadrati intorno allo stadio per creare eventi, un affare da 470 milioni di euro per i prossimi 40 anni. Adesso, racconta El Diario, è tutto paralizzato, grazie alle associazioni dei residenti, che hanno fermato i concerti e messo così in forse tutto il resto. "Né Almeida né Madrid si aspettavano una risposta così forte, consensuale e precisa da parte di persone che, al di là delle origini o circostanze disparate, sono abituate a vincere" hanno detto da una delle associazioni al quotidiano digitale.
Se questo numero della newsletter vi è piaciuto, condividetelo con chi pensate possa essere interessato a leggerlo. Così mi aiutate a far conoscere la newsletter anche a nuove persone, grazie!
Grazie per aver letto la newsletter, se non siete ancora iscritti e vi piacerebbe ricevere le prossime nella vostra casella di posta elettronica, cliccate il bottone!