Chi vince e chi perde in Catalogna
Il PSC vince le elezioni, ma non potrà governare da solo. Il blocco indipendentista ottiene il peggior risultato della sua storia. La lezione catalana: i nazionalismi neutralizzati con il dialogo
Questa è cosedispagna, una newsletter che spero di mantenere con cadenza settimanale e che riprendo dopo un anno in cui sono successe tante cose, a me e alla Spagna.
Riprendo in mano il filo dopo una notte che ha cambiato il volto della Catalogna e ha probabilmente aperto una nuova pagina, a Barcellona e a Madrid. Andiamo a vederla!
La Catalogna e la Spagna dopo le elezioni del 12 maggio
Il PSC, il Partito Socialista Catalano, ha vinto le elezioni regionali del 12 maggio con il 27,95% dei voti e ha ottenuto 42 seggi sui 135 del Parlamento catalano. È il primo partito della regione, ma al momento non è chiaro se potrà formare un Governo. L'altro risultato non rilevante, ma rilevantissimo, è che per la prima volta dall'inizio della democracia, il blocco nazionalista non ha la maggioranza, a causa del crollo di ERC, i repubblicani di sinistra, che avevano la presidenza della regione e che perdono ben 13 seggi, da 33 a 20, ottenendo il 13,68% dei voti; in calo anche la CUP, che ha perso un seggio, da 5 a 4, con il 4% dei voti. In ascesa gli indipendentisti conservatori di Junts, un tempo Convergència i Unió, che hanno ottenuto 3 seggi in più, da 32 a 33 e che sono il secondo partito più votato, con il 21,62%
Tra le altre cose da segnalare, il buon risultato della destra: il PP è il partito che cresce di più si vantavano i suoi dirigenti, ieri sera a Madrid; ma, oggettivamente, nel 2021 il partito aveva ottenuto il suo peggior risultato di sempre, scendendo a soli 3 deputati, dunque l'alternativa era la sparizione e invece sono arrivati 15 deputati e il 10,97% dei voti. Vox mantiene i suoi 11 deputati ed entrano in Parlamento gli indipendentisti dell'estrema destra di Aliança Catalana, con 2 deputati e il 3,79% dei voti. Vanno male Sumar e i Comuns, che perdono due deputati, fermandosi a 6 e al 5,81% dei voti. Non è più tempo della galassia di sinistra alla sinistra del PSOE, un progetto di unione nato senza convincere gli elettori e destinato ormai al fallimento.
In un simile quadro, cosa potrebbe succedere a Barcellona? Ah, saperlo! Di tutto, compreso il ritorno al voto. Il PSC non ha la maggioranza assoluta per governare, l'alleanza più naturale sarebbe con ERC e i Comuns, ma i repubblicani ieri sera, delusi dal crollo, si sono chiamati fuori e hanno invitato il leader socialista catalano Salvador Illa a governare con Junts. Peccato che Junts sia un partito liberal-conservatore, che poco ha in comune con il PSC. Inoltre Carles Puigdemont, il suo leader, tornato alla politica grazie all'indulto del PSOE, vuole la presidenza per sé. "La distanza tra il primo e il secondo partito nel Parlament non è diversa da quella tra il PP e il PSOE nel Congreso, a Madrid" ha detto minacciosamente ieri sera. Un avvertimento al PSOE, che governa la Spagna grazie all'accordo con la sinistra repubblicana e all'astensione di Junts, pur avendo vinto le elezioni il PP. Cederebbe il PSC la presidenza a Puigdemont, che ricatta così anche la stabilità a Madrid? Difficile immaginarlo, il messaggio degli elettori catalani è chiaro: sono stanchi di guerra e di indipendentismo. Il blocco indipendentista ha ottenuto il 43% dei voti, la percentuale più bassa di sempre. Ma tutto può essere.
Si potrebbe tornare al voto? Sì, se i socialisti e gli indipendentisti non raggiungono l'accordo. Ma a chi potrebbe convenire, a Salvador Illa o a Carles Puigdemont? Questo è meglio non saperlo, considerando il potere di ricatto che ha il leader indipendentista sul Governo di Madrid. Ma certo, se non si arrivasse a un accordo, il vento del cambiamento in corso in Catalogna potrebbe favorire i socialisti, più degli indipendentisti.
La Catalogna lancia un altro messaggio chiaro a Madrid. Vince chi cerca il dialogo, non chi propizia lo scontro. Il procés, il processo d'indipendenza della Catalogna, è stato sostanzialmente favorito dal PP, che prima ha portato lo Statut approvato dal Parlament catalano al Tribunale Costituzionale, svuotandolo in tanti suoi articoli, e poi, guidato dall'inerzia di Mariano Rajoy, si è rifiutato di dialogare con i nazionalisti. E quando i sondaggi dicono che oltre il 40% della popolazione è favorevole all'indipendenza (c'è stato un momento in cui la cifra ha toccato il 51%), quando la Diada, la Giornata della Catalogna, è arrivata a portare in strada oltre due milioni di persone, con slogan indipendentisti, c'è un evidente problema politico che va affrontato, non ignorato e neanche combattuto. La proclamazione unilaterale d'indipendenza di ottobre 2017 è stata favorita dall'incapacità di dialogo di Mariano Rajoy, con tutte le conseguenze che la Spagna sta ancora pagando, sette anni dopo. E le ha duramente pagate anche il PP in Catalogna, ridotto a partito di testimonianza con soli 3 deputati la scorsa legislatura.
Pedro Sánchez ha vinto la sua scommessa, possa il PSC governare o meno. Il miglior risultato raggiunto dai socialisti in Catalogna, e il peggiore per gli indipendentisti, arriva grazie al dialogo. È stato il Presidente del Governo a volere gli indulti e la prossima amnistia per i leaders del procès, sia più per necessità (ha bisogno dei voti indipendentisti e dell'astensione di Junts per governare a Madrid) che per convinzione; ed è stato grazie a lui che i socialisti si sono affermati. Su El País c'è un bell'articolo che spiega lo stretto legame tra Sanchez e il PSC, i cui destini sono da tempo intrecciati.
Tutto è in movimento in Catalogna e chiudo questa nota con un pensiero di ieri sera, mentre seguivo la diretta del Canal 24 horas dedicata alle elezioni catalane: sotto il Governo di José Luis Rodriguez Zapatero, il PSOE ha sconfitto l'ETA, sotto il governo di Pedro Sánchez, ha neutralizzato la minaccia indipendentista catalana.
In Spagna chi preferisce lo scontro, perde.
Note
La foto di copertina di Barcellona è di Aleksandar Pasaric, da pexels.com
La tabella dei risultati elettorali è di elpais.es.
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che bello ritrovare Cose di Spagna!!!! una bellissima notizia davvero!