I libri erotici di Megan Maxwell conquistano cinema e tv
Megan Maxwell è la scrittrice romantico-erotica più venduta di Spagna. Due delle sue saghe più famose sono diventate una serie tv e un film, adesso sugli schermi. Ha iniziato da un paesino madrileno.
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi celebriamo il successo di una scrittrice spagnola, Megan Maxwell, regina della letteratura romantico-erotica (alcuni suoi libri sono usciti anche in Italia). In questi giorni due sue saghe raccontano il suo universo di donne guerriere e mai sottomesse a cinema e in tv.
I libri di Meghan Maxwell alla conquista di cinema e tv
Una cinquantina di libri pubblicati, oltre 7 milioni di copie vendute, traduzioni in una decina di lingue (italiano compreso). Potrebbe essere che non l'abbiate mai sentita nominare, ma Megan Maxwell è una vera potenza della letteratura erotico-romantica contemporanea. Emersa dopo il fenomeno 50 sfumature di grigio, è riuscita a mantenere il successo a ogni nuovo libro. E adesso è il suo momento anche sul grande e piccolo schermo spagnoli. Ben due delle sue saghe sono diventate rispettivamente una serie tv, adesso in onda su Atresplayer, e un film appena uscito nelle sale.
Megan, che in realtà si chiama María del Carmen Rodríguez, ha sempre scritto, sin da ragazzina. Ma i suoi libri circolavano tra amici e familiari perché, come tante donne, non si fidava di se stessa e si diceva, "figurati quale casa editrice mi prenderà sul serio e pubblicherà i miei racconti!". Un corso di scrittura creativa online, mentre assisteva a casa un figlio malato, le ha però cambiato la vita: il professore che lo aveva tenuto ha voluto pubblicare uno dei suoi primi romanzi, Te lo dije, e di lì è iniziata l'attenzione delle case editrici più grandi. La data che Megan/ María del Carmen non dimenticherà mai è però il 12 novembre 2012. Quel giorno usciva Pídeme lo que quieras (Chiedimi quello che vuoi, in Italia) e la sua pagina web da 35mila visite accumulate in diversi anni passò di colpo a oltre 300mila. La versione cinematografica di Pídeme lo que quieras, primo libro di un'inevitabile trilogia, è appena uscita nelle sale spagnole.
E qui una premessa. Ho letto molti dei libri di Maxwell, perché c'è stato un momento, una decina di anni fa, in cui non potevi non leggere almeno una trilogia di romanzi romantico-erotici; il mio momento è stato breve e mi ha annoiato in fretta, perché lo schema è sempre stato ragazzo ricco bellissimo e problematico, che si porta a letto qualunque cosa si muova, incontra ragazza timida e/o vergine e le spiega come funzionano il sesso e la vita, mentre lei gli fa scoprire l'amore vero. E quindi, per quanto "audaci" e "scandalose" siano le ricerche del piacere, non si esce dal finale con matrimonio e conseguente "e vissero felici e contenti", che è vecchio come il mondo. La scrittrice spagnola usa questo schema, ma descrive donne molto più indipendenti e poco disponibili a farsi sottomettere. Ai belloni milionari costa sempre fatica conquistare i cuori delle guerreras de Maxwell, così sono chiamate le protagoniste dei suoi libri, proprio perché sono forti, decise, hanno punti di vista e li difendono; in un certo senso a volte sono persino antagoniste di vita e valori rispetto agli uomini di cui si innamorano. Rompono insomma gli schemi delle protagoniste dei romanzi erotici.
La storia di Megan mi piace, i suoi libri mi divertono, anche se tendono a essere ripetitivi come schema e l'approfondimento psicologico dei personaggi è rimandato a domani, lo stile di scrittura, però, è il suo punto debole. A furia di parlare come mangi e di scrivere per un pubblico femminile come se fosse un'amica con cui scambiarsi gli ultimi pettegolezzi, esagera con i punti esclamativi e interrogativi, usa un linguaggio così quotidiano, nel voler essere immediato, che a volte dà l'impressione di non essere particolarmente curato. Insomma, tra bonazzi e guerriere scolpiti con l'accetta e stile di scrittura un po' così, ho lasciato Maxwell da un po', anche se sono felice dei riconoscimenti arrivati da cinema e tv.
Pídeme lo que quieras, la cui versione cinematografica è uscita la scorsa settimana, è probabilmente il migliore dei suoi libri, di sicuro è quello che ho amato di più. Eric e Judith si incontrano a Madrid e vivono tra la Germania, terra di lui, e Madrid, città di lei. Si muovono ai più alti livelli sociali perché lui è ovviamente ricchissimo. Il sesso ha una particolarità: Eric ama i locali per scambisti, che non mettono in dubbio l'amore che sente per la sua donna e che offrono a entrambi la possibilità di ampliare gli orizzonti del piacere reciproco. Judith fatica non poco a entrare in questa logica, ma quando lo fa le si apre un mondo. È il libro migliore di Maxwell perché descrive bene le atmosfere dei locali per scambisti, i sentimenti che muovono i protagonisti e i legami che si creano. Dopo averlo letto non dico che mi sono trovata a favore di esperienze di questo tipo, ma certo le capisco di più. E mi sono divertita a leggere le interviste in cui la scrittrice doveva spiegare che non ha provato personalmente tutto quello che succede nei suoi libri e che la sua vita sessuale è molto più tranquilla di quella delle sue guerreras.
Il film, raccontano le recensioni, punta più sui sentimenti che sul sesso e le scene erotiche sono abbastanza limitate rispetto a quelle descritte dal libro. Una scelta comprensibile, anche se, non avendo visto il film, sono curiosa di sapere come viene raccontata la libertà del poliamore, che Maxwell ammette e non giudica nella sua trilogia. Arriverà in Italia questo film, anche solo nelle piattaforme? Chissà, certo, il modo di vivere e raccontare il sesso nei libri della spagnola è molto più gioioso e sfrontato di quanto ammesso dall'attuale mentalità italiana. Curiosità: Eric, il protagonista, è interpretato dall’italiano Mario Ermito, che di tedesco non ha niente (su grazia.it c’è una bella intervista, in cui parla anche di questo film); Judith è invece la spagnola Gabriela Andrada.
Una prova ulteriore di questa libertà viene da ¿A qué estás esperando?, che non è uscito in italiano, per quanto risulta da Google. Questo libro mi ha incuriosito perché il protagonista è ispirato all'attore turco Can Yaman, che per un certo periodo ha fatto stragi di cuori anche in Spagna. Megan ha anche assicurato divertita di aver scritto il romanzo con una foto dell'attore sulla scrivania (e vabbe'). La storia segue il solito schema, solo che stavolta lui, che si chiama giustamente Can, non solo è milionario, ma prende molto sul serio il suo lavoro di pilota di aerei. Il nostro conosce Sonia, una ragazza madre che possiede un'agenzia di modelle a una cena organizzata dalle loro madri per presentargli le altre due sorelle di lei, più in linea con gli schemi di bellezza (Sonia ha rapporti complicati con la bilancia, che creano più problemi a sua madre che a lei). E, insomma, Can si innamora di questa ragazza che non solo è estranea ai suoi schemi di bellezza, ma è pure tosta e poco disponibile a cadergli ai piedi alla prima uscita. E in più ci sono le complicazioni delle interferenze familiari.
¿A qué estás esperando? è diventato una serie tv leggera in otto episodi, in onda su Atresplayer, di quelle buone per passare una serata spensierata. Il protagonista non è Can Yaman, ma il bel cubano Rubén Cortada, conosciuto in Italia per le serie Il Principe e Quello che nascondono i tuoi occhi, che, quanto a prestanza e carisma, non fa sentire la mancanza del bel turco; Sonia è invece la spagnola Adriana Torrebejano. Arriverà in Italia? Dato il successo delle serie spagnole nel nostro Paese, è probabile lo acquisti prima o poi Mediaset, magari per Infinity (ma non mi sorprenderebbe il taglio delle prime scene della prima puntata, in cui si vede una testa d'uomo in mezzo alle gambe della protagonista, che chissà come verrebbe presa dal pubblico italiano).
Per Megan Maxwell è un gran momento, quasi il coronamento di quindici anni di carriera, e questo vorrei festeggiare. Nata in Germania da padre portoricano e madre spagnola, arrivata in Spagna da bambina, ha dimostrato, potenza di Internet e di un pubblico di lettrici molto affezionato, che si può diventare la scrittrice di romanzi rosa più venduta del proprio Paese anche da una piccola cittadina della provincia madrilena, a furia di costanza e determinazione. Credeteci sempre, insomma!
Frase della settimana
"Siviglia, feudo storico socialista e culla di buona parte dei principali dirigenti della storia del partito, questa settimana è la Sierra Maestra di Sánchez".
(L’editorialista Sato Diaz, Público)
Tenendo le fila
Una sessione fotografica di cinque ore e un centinaio di scatti, in una delle sale più sontuose di Palazzo Reale, il Salone Gasparini. Annie Leibovitz ha realizzato i due ritratti più chiacchierati dell'anno: Re Felipe VI e la regina Letizia fotografati separatamente per formare poi un dittico nella Galleria di ritratti reali della Banca di Spagna. Quelli degli attuali sovrani sono i primi ritratti fotografici e per questo la fotografa ha voluto un effetto quadro, utilizzando una tela per la stampa. I richiami al Velázquez ritrattista di corte sono evidenti nei chiaroscuri. "Annie Leibovitz ritrae Felipe VI come un re e la regina come una stella di Hollywood" ha titolato El País. Mentre El Mundo ha interpellato lo storico Ricardo Mateos, secondo il quale la posa di Felipe ricorda il suo antenato Alfonso XII; la regina, invece, è "la nuova Grace Kelly", perché nella foto scelta da Leibovitz "non ha bisogno di tiare per essere chi è e, per la prima volta l'ho vista maestosa. Un ritratto che la differenzia completamente da quelli delle altre consorti europee".
Un Baldassarre finalmente nero, nella Cabalgata de Reyes, il momento più atteso delle feste natalizie spagnole. I Tre Magi arrivano a cavallo in città il 5 gennaio, con una sfilata di carri da cui regalano caramelle ai piccoli che li aspettano, raccogliendo le ultime lettere con le richieste di regali. Nelle grandi città, in genere i tre sovrani sono interpretati da personaggi più o meno famosi, che si dipingono il volto di nero nel caso di Baldassarre. Ma quest'anno Málaga ha deciso di assegnare il ruolo a un uomo di origine africana: il 18enne Mansour Konte. Arrivato in Spagna dalla Guinea attraverso la pericolosa rotta canaria, il giovane ha conquistato i nuovi cittadini il 13 novembre, quando non ha dubitato ad attraversare la calle Héroes de Sostoa, completamente inondata a causa della dana, per salvare un'anziana che rischiava di essere travolta dall'acqua. E siccome lei non riusciva a camminare, lui l'ha presa in braccio, salvandola. Il video è diventato virale e Málaga non potrebbe avere un miglior Baldassarre.
A 47 anni, l'ultimo degli Ordóñez appende la muleta (o come si dice in linguaggio taurino, si taglia il codino) e chiude una saga lunga un secolo. Con un video pubblicato sui suoi social, Cayetano Rivera Ordóñez ha annunciato il suo ritiro: "Sarà un anno speciale per me, si compiranno 100 anni da quando il mio bisnonnno Cayetano Ordóñez iniziò la mia dinastia. E sono vent'anni da quando io ho iniziato la mia carriera e non tutto è stato bello. Ma in questi anni ho cercato di trasmettere i valori che la mia professione porta con sé, il coraggio, lo sforzo, la disciplina, la solidarietà" ha detto. Cayetano è nipote, figlio, fratello di toreri: suo nonno era Antonio Ordóñez, che nella sua tenuta di Ronda ospitava Ernest Hemingway e Orson Welles, suo padre era Paquirri, che perse la vita a 36 anni, durante una corrida; suo fratello Francisco è stato uno dei toreri più mediatici degli ultimi anni, ex genero della Duchessa d'Alba. Cognato del gran Antonio, che ne aveva sposato la sorella, era Luis Miguel Dominguín, marito di Lucia Bosè e padre di Miguel.
P.S.
Mi trovate anche su venividiscrissi, newsletter di interviste e riflessioni, in cui seguo le mie curiosità, senza pormi limiti di argomenti e ampliando sempre orizzonti.
Nell’ultimo numero, si torna in Sardegna, per scoprire la storia di Jean Paul e Isabelle Tréguer, arrivati a Villasimius nel 2020, come pensionati di lusso e adesso produttori di So chic !, rosé di alta qualità, tutto Made in Sardinia, con cui intendono proporre una Sardegna in grado di rivaleggiare con le produzioni francesi. Li ho molto amati. So chic !, il vino rosé sardo con cui i Tréguer sfidano la Provenza
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