Il futuro della España vaciada; il successo di William Levy
Le terre spopolate dall'emigrazione hanno nuove chance grazie al PNRR. L'attore cubano William Levy conquista le spagnole grazie a Netflix
cosedispagna mi dà finalmente l'opportunità di raccontare un tema di grande attualità, la España vaciada (la Spagna svuotata), che mi fa sempre pensare ad analoghe situazioni italiane: le valli alpine, il Sud, le Isole, che perdono abitanti e con loro infrastrutture e servizi. Ma se le popolazioni locali si organizzassero, forse la musica inizierebbe a cambiare, come in Spagna.
A un tema "serio" alternerò sempre uno un po' più "leggero" e divertente: così per questo numero c'è l’attore William Levy, che per tutta l'estate ha paralizzato le strade madrilene, causa fans che seguivano le riprese di Montecristo, e che ha conquistato i media con il bel sorriso e l'umorismo di ragazzo cubano.
Buona lettura!
La España vaciada guarda al futuro: l'arrivo della fibra ottica, per iniziare
La España vaciada (la Spagna svuotata) forma una specie di grande C intorno a Madrid: da La Rioja raggiunge la Castilla y León e sfiora le Asturie e la Galizia, quindi scende verso l'Estremadura e l'Andalusia settentrionale, per poi risalire attraverso la Castilla La Mancha, l'Aragona e la Navarra. Si chiama così perché è stata "svuotata" di abitanti, servizi, infrastrutture, in favore delle aree urbane.
La Spagna che scorre via dal finestrino del treno
Al taglio di trasporti pubblici, sanità, scuole e all'assenza di fibra ottica corrisponde ovviamente un'ulteriore fuga dei più giovani, che la privano di altre risorse e di futuro: una sorta di gatto che si morde la coda. "Siamo la Spagna che scorre via al finestrino, mentre il treno ad alta velocità corre verso Madrid" dicono dalle associazioni e piattaforme cittadine, che da anni protestano contro l'isolamento. Un'immagine efficace, che testimonia l'esistenza di due Paesi. Uno al passo con l'Europa, con la rete di alta velocità più estesa del continente, seconda solo alla Cina nel mondo; l'altro lasciato indietro, perché è solo il paesaggio che scorre via al finestrino, senza capacità di suscitare altro interesse.
I numeri delle disuguaglianze
Qualche numero, per capire la situazione: in Spagna ci sono 8.131 Comuni, circa 5.000 hanno meno di 1000 abitanti, 1.372 meno di 100. Oltre 3.000 Comuni, il 42% del totale, rischia lo spopolamento; le provincie di Soria, nella Castilla y León, e di Teruel, nell'Aragona, contano rispettivamente su 8,7 e 9,1 abitanti per chilometro quadrato, una densità paragonabile a quella della Lapponia. Il trasloco dei giovani verso le aree urbane ha come conseguenza l'invecchiamento della popolazione rimasta: in 1.109 Comuni non ci sono bambini al di sotto dei 4 anni e in 393 la maggior parte degli abitanti ha più di 65 anni. E non solo. Secondo il rapporto della Banca di Spagna "Accessibilità in presenza dei servizi bancari in Spagna: paragone internazionale e altri servizi", i 3.364 Comuni rurali non hanno uno sportello bancario, per cui i loro abitanti devono far fronte "all'esclusione finanziaria", e il 46% di questi, situato soprattutto in Castilla y León, Aragona e Castilla-La Mancha, non ha neanche bar, negozi, stazioni di servizio per la benzina, uffici delle poste o farmacie.
La pandemia e lo smart working
Per anni è sembrato non ci fosse alcuna speranza per la España vaciada, ma l'esclusione ha scatenato la reazione degli abitanti, che hanno dato vita a battagliere piattaforme di difesa del territorio. La dimostrazione delle loro potenzialità, alle elezioni del 2019, quando l'aragonese Teruel Existe è riuscita a portare in Parlamento un solo deputato, Tomás Guitarte, rivelatosi essenziale per l'insediamento e la stabilità del Governo di Pedro Sánchez. E la pandemia, con il ritorno di tante famiglie nel paese d'origine durante il confinamiento, ha fatto il resto. Alcuni Comuni hanno creato piccoli spazi di co-working per dipendenti e giovani professionisti in smart working, avendo la prova di quale nuova vitalità potrebbero ricevere se la fibra ottica fosse estesa a tutta la Spagna (nel 2020, secondo dati del Ministero dell'Economia e della Transizione Economica, copriva l'88% del territorio, ma solo il 63% delle aree rurali). Oltre al telelavoro, la fibra ottica garantirebbe miglioramenti in molti settori. Il professor Miguel Ángel Sánchez Vidales, direttore del Master Industria 4.0 dell'Università Internazionale de La Rioja, mi raccontava tempo fa come la fibra ottica offrirebbe, per esempio, una miglior gestione dell'agricoltura: "Se nel terreno fossero inseriti dei sensori dell'umidità, si potrebbe irrigare in modo razionale, solo quando la terra ne ha realmente bisogno". E verrebbe utile anche nella gestione dei servizi sanitari: "Basterebbe avere un piccolo spazio nei Comuni in cui i dottori ricevono i pazienti in teleconferenza, per ascoltarli, preparare ricette, leggere con loro i risultati degli esami e non perderli di vista, evitando di farli andare in città".
I piani delle piattaforme e del Governo
Subito dopo la pandemia, le piattaforme e i collettivi della España vaciada hanno presentato al governo il Piano 100/30/30, che, tra le altre misure, prevede una connessione a internet di 100MB simmetrici, servizi pubblici essenziali a non più di 30 minuti di distanza e infrastrutture come treni o autostrade a non più di 30 km "per tutti gli spagnoli, in territori urbani o rurali". Le piattaforme reclamano anche una "fiscalità differenziata" perché, sostengono con una certa logica, se lo Stato non garantisce gli stessi servizi che offre alle altre aree del Paese, "giusto che non si paghino le stesse imposte". La diversa fiscalità servirebbe anche come stimolo per le attività economiche locali e per spingere gli imprenditori a investire nei territori. Tra le altre proposte anche la realizzazione di infrastrutture non più solo radiali, con Madrid ombelico verso cui convergono tutti gli assi di comunicazione spagnoli, che però non sono collegati tra loro, e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
La presenza in Parlamento di Teruel Existe e l’organizzazione di una nuova formazione, España vaciada, che riunisce le associazioni e le piattaforme locali e che si è già presentata con successo alle recenti elezioni castigliane, hanno spinto anche Madrid a occuparsi più seriamente delle disuguaglianze territoriali. Il Presidente del Governo Pedro Sánchez ha lanciato un ambizioso piano di investimenti per restituire uguaglianza di opportunità, attraverso i fondi europei Next Generation; si basa su 130 misure divise in 10 assi di azione, tra cui la transizione ecologica e digitale, l'innovazione territoriale, il turismo sostenibile, l'uguaglianza dei diritti, il sostegno agli imprenditori, i servizi pubblici, il benessere sociale e la promozione della cultura.
La priorità: la fibra ottica in tutto il territorio e i piccoli operatori
I due piani hanno molti obiettivi comuni e sia il Governo che le piattaforme si sono mostrate disponibili al dialogo. L'estensione della fibra ottica è la priorità individuata da entrambe le parti e sta offrendo nuove opportunità alle compagnie telefoniche. Se queste non vedevano alcun vantaggio nel portare internet nelle aree isolate del Paese, le piccole compagnie hanno invece una loro redditività. Telefónica, il principale operatore spagnolo, ha creato una filiale specifica allo scopo. "L'obiettivo" spiega Invertia di El Español "è che arrivi a contare su cinque milioni di unità immobiliari in tre anni". A ottobre 2021, "il fondo Ardian ha realizzato il primo investimento nelle telecomunicazioni spagnole con l'acquisto di Adamo", un operatore di fibra ottica in zone rurali. In campo anche un terzo operatore, Avatel, che "ha registrato una forte crescita negli ultimi anni, grazie all'acquisto di piccoli operatori".
Ma non c'è solo la fibra ottica a offrire la connessione nelle aree rurali. "Si sta potenziando anche l'uso di Internet attraverso i satelliti. In questo ambito si inseriscono gli accordi raggiunti da Hispasat con Eurona o con l'associazione di operatori locali Aotec". I finanziamenti arrivano dai fondi europei Next Generation, il Governo ha creato il Programma di Universalizzazione delle Infrastrutture Digitali per la Coesione (UNICO), attraverso il quale intende raggiungere uno degli obiettivi del PNRR, la copertura della banda larga al 100% della popolazione spagnola.
Se la politica si muove, anche i territori rurali possono diventare attraenti e redditizi e possono avere la loro occasione di sviluppo. La España vaciada, decisa a chiudere la brecha territorial, offre numerosi temi di interesse, che svilupperemo anche nel futuro. Il fondamentale arrivo di Internet, per tutto quello che implica in termini di economia, cultura, lavoro e futuro, è solo il primo.
William Levy, nuovo fidanzato delle spagnole
Le strade di Madrid paralizzate dai fans intorno al set di Montecristo, nuova serie con William Levy. Scene che manco Can Yaman in Italia e che in Spagna non si vedevano forse dai tempi di Miguel Ángel Silvestre alias El Duque di Sin tetas no hay paraíso, una decina di anni fa. William Levy, 42enne cubano di bell'aspetto, con una vaga somiglianza giovanile con Brad Pitt, è l'attore del momento nel Paese. La sua carriera è iniziata una ventina di anni fa, ha partecipato a una decina di telenovelas che gli hanno dato una buona popolarità nel triangolo che conta, Miami, Città del Messico, Bogotà. Il salto internazionale, con il video della canzone I'm into you di Jennifer López, poi una certa capacità di muoversi tra mercato ispanico e mercato anglosassone degli USA (ha partecipato alla versione USA di Ballando con le stelle), tra telenovelas, film e serie tv. Fino a Café con aroma de mujer, remake dell'omonima telenovela degli anni '90, trasmessa all'epoca anche in Italia con il titolo Aroma de café.
La serie più vista su Netflix e la 'vendetta' sulle dizi turche
Per oltre 4 mesi, all'inizio dell'anno, la nuova versione è stata tra le cinque serie di lingua non inglese più viste di Netflix; in America Latina e in Spagna è stata la più vista. La storia, appena aggiornata, narra l'amore del ricco Sebastián Vallejo, appartenente a una famiglia di cafeteros, per la bella Gaviota, raccoglitrice di caffè. Non è una serie eccezionale (ma è piacevole e intrattiene), probabilmente la colonna sonora è un po' ripetitiva e le scene in cui la protagonista Laura Londoño canta sono troppe, facendo a volte perdere il ritmo allo sviluppo della trama. L’ho guardata soprattutto per William Levy, ma è tutto il cast che non fa rimpiangere quello della serie originaria.
Il clamoroso successo su Netflix ha permesso alle telenovelas di riprendersi quello che era loro nell'eterna lotta contro le dizi turche. Da anni le serie turche si sono impadronite dei palinsesti delle televisioni latinoamericane. Fatmagül e Sila hanno aperto la strada alle dizi successive e mano a mano le tv ispaniche hanno prodotto sempre meno telenovelas, trovando più convenienti i melodrammi turchi. C'è stato un momento in cui in Argentina, per esempio, i palinsesti avevano una sola produzione locale, con grande e comprensibile preoccupazione di artisti e maestranze. Il successo delle dizi ha spinto le multinazionali dell'intrattenimento a sbarcare sul Bosforo, l'ultima la Disney, che sta reclutando gli attori più popolari per le nuove serie. Ma Café con aroma de mujer sembra restituire alle telenovelas il loro posto.
La popolarità spagnola e il sogno che si avvera: Montecristo
Di sicuro ha dato grande popolarità in Spagna a William Levy. È stato protagonista di uno degli spot più ambiti di primavera, quello di El Corte inglés. Mesi fa, ospite di El hormiguero, popolare programma di intrattenimento di Antena 3, è stato all'altezza dell'ironia e degli scherzi del conduttore Pablo Motos, facendo ampio uso del bel sorriso e del buonumore cubano e mostrando un'abile autoironia nel ricordo della sua adolescenza a Cuba e della fame che gli ha lasciato anche adesso, che conduce un'agiata vita a Miami.
Ha passato buona parte dell’estate tra Madrid, le Castiglie e le Canarie, per le riprese di Montecristo, serie ispano-statunitense di cui è anche produttore. Per lui, un sogno realizzato, dato che "è una storia che me encanta da quando ero bambino". Il poco che si sa è che la trama aggiorna quella eterna di Edmond Dantés, diventato qui Alejandro Montecristo, fondatore e direttore di un'azienda di nuove tecnologie. Il suo arrivo sulla scena di imprese di tecnologia saldamente nelle mani di una élite, l'origine sconosciuta della sua ricchezza e il suo misterioso passato causano diffidenza e gelosia. Tra i suoi nemici, Fernando Mondego, imprenditore senza scrupoli che vuole la sua azienda ed è sposato con Mercedes, nonché padre di Alba, e Cristóbal Herrera, diplomatico spagnolo corrotto e fondatore del partito Acción Liberal. Nessuno dei due immagina che Alejandro arrivi dal loro passato, deciso a vendicarsi di loro, aiutato da Haydée, direttrice dello sviluppo della sua start up, e dal suo mentore Salvador Faría.
Come vedete, ci sono tutti i personaggi de Il conte di Montecristo, rivisitato per adattarli al XXI secolo. Nel cast alcuni degli attori spagnoli più noti come Roberto Enríquez (Mondego), Silvia Abascal (Mercedes), Juan Fernández (Herrera) e la messicana Esmeralda Pimentel (Haydée). La regia è di Alberto Ruiz-Rojo, che ha diretto anche El Cid. Una serie prodotta dagli Stati Uniti ispanici e dalla Spagna per un pubblico internazionale. Andrà in onda nel 2023, raccontano i media spagnoli e latinos, non si sa ancora se sarà anche in streaming su qualche piattaforma (facile pensare di sì); inutile dire che è già una delle serie più attese dell'anno, causa bel sorriso di William Levy.
Le foto:
La frazione abbandonata di Aldeayuste, in provincia di Salamanca; foto di Ana Maria Serrano da Cadena Ser.
William Levy in El hormiguero di Antena 3; foto di Atresmedia