Il PSOE al 41° Congresso: siamo il baluardo progressista nell'UE
Il PSOE va a Congresso: dal 29 novembre al 1° dicembre a Siviglia discuterà le riforme da realizzare in Spagna entro il 2030 e i valori dell'ultima socialdemocrazia alla guida di un grande Paese UE
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi parliamo dell’imminente 41° Congresso del PSOE, a Siviglia. Il documento congressuale presentato nelle diverse federazioni racconta valori e proposte di un partito che sente la grande responsabilità di essere il baluardo rimasto alla socialdemocrazia nella UE.
Il Congresso del PSOE: la responsabilità di essere l’ultima socialdemocrazia
Con l'ormai imminente fine del Governo di Olaf Scholz in Germania, la Spagna sarà l'unico grande Paese dell’Unione Europea nelle mani della socialdemocrazia. E il Partito Socialista Operaio Spagnolo si sente davvero l'ultimo baluardo progressista in un'Europa sempre più affascinata dalla destra; non che il suo Governo goda di buona salute, stretto tra le esigenze degli alleati e i ricatti degli indipendentisti catalani, ma è un fatto che chi ha inclinazioni progressiste debba guardare adesso a Madrid. Dal 29 novembre al 1° dicembre, il PSOE terrà a Siviglia il suo 41° Congresso e il documento introduttivo, già ampiamente presentato dai media spagnoli, riflette questo stato d'animo.
"C'è stato un tempo in cui al PSOE bastava importare le idee da fuori. Ma la Spagna non può più copiare, perché è all'avanguardia della socialdemocrazia" si legge nel testo che si dibatterà nella tre giorni sivigliana "Questa posizione di leadership implica una grande responsabilità, dobbiamo mostrare al mondo che esiste un modello alternativo, in cui i diritti sociali, la sostenibilità ambientale e la competitività economica possono avanzare insieme. Dalla nostra capacità di risolvere le grandi sfide dipenderà il futuro della sinistra, non solo della Spagna, ma di tutta Europa". Il titolo del documento dà un'idea dello spirito con cui i socialisti arrivano al Congresso: España 2030. Un socialismo que avanza, una España que lidera (Spagna 2030. Un socialismo che avanza, una Spagna che guida).
Uno degli argomenti che maggiormente preoccupano gli spagnoli è la casa. Gli affitti nelle grandi città hanno raggiunto cifre che si portano via buona parte degli stipendi e il documento congressuale del PSOE sembra prenderne atto. Attualmente gli appartamenti di proprietà pubblica sono solo il 2,5% di quelli disponibili, contro la media del 9,3% dell'Unione Europea e, addirittura, del 20% di alcuni Paesi nordici. Il PSOE intende arrivare ad almeno il 6% del totale entro il 203. Come? "Mantenendo in modo permanente la proprietà pubblica". Tra gli altri obiettivi, l'eliminazione di tutti gli appartamenti turistici illegali, la proibizione di trasformare le case residenziali in turistiche in zone ad alta richiesta e la lotta alla speculazione immobiliare con un'imposta speciale a partire dalla terza casa in proprietà.
Il diritto alla casa è una delle bandiere del PSOE, che intende rafforzarlo nella Costituzione. Sempre nella Costituzione intende blindare le conquiste dei governi socialisti, ovvero il diritto all'aborto, il matrimonio egualitario, l'obbligo di adeguare il Salario Minimo Professionale, affinché sia sempre il 60% del salario medio, come chiede la Carta Sociale Europea. Sono diritti che la maggior parte della società spagnola sente come propri, ma che la minoranza chiassosa dell'estrema destra rimette in discussione, legittimata anche dai nuovi venti conservatori, se non reazionari, provenienti dagli Stati Uniti dell'imminente presidenza di Donald Trump. La Francia ha ispirato l'inserimento nella Costituzione di alcuni diritti fondamentali, in modo da blindarli (qualche mese fa i francesi hanno inserito il diritto all'aborto nella Costituzione), e ha anche ispirato diverse proposte inaspettate, come una legge che imponga alle grandi aziende di dividere parte dei loro benefici tra i dipendenti "per favorire il coinvolgimento e l'efficacia della nostra forza lavoro e ottenere una distribuzione più equa della ricchezza".
Nel manifesto, che ha avuto oltre 6mila emendamenti nel suo passaggio nelle diverse federazioni, si affrontano alcuni dei nodi a volte più imbarazzanti per il partito, al potere con formazioni della sinistra radicale ormai dal 2018. Il primo di tutti è il mai chiarito accordo del finanziamento delle regioni. Per garantirsi il consenso degli indipendentisti catalani al suo nuovo Governo, nel 2023 Pedro Sánchez ha negoziato con loro un nuovo sistema di finanziamento per la Catalogna, che consente al Governo locale la riscossione delle tasse e poi la cessione di una loro parte al Governo centrale. Il patto ha creato (e crea) enormi problemi al PSOE, anche perché non è ancora chiaro come verrà messo in pratica, e gli stessi socialisti hanno mugugnato. Nel documento per il Congresso il riferimento al sistema di finanziamento delle regioni continua a essere vago: "Riformeremo il Sistema di Finanziamento Regionale garantendo maggiori risorse a tutte le Comunidades Autónomas, rafforzando i servizi pubblici e rendendo compatibili solidarietà e sforzo tributario con il riconoscimento delle diversità regionali. Il nuovo sistema offrirà una distribuzione più giusta del finanziamento, chiuderà il cammino al dumping fiscale e comprenderà la creazione di un autentico Fondo Regionale per la reindustrializzazione e la convergenza dei redditi tra Regioni". Più che a Barcellona, il PSOE guarda a Madrid, dove il governo della conservatrice Isabel Díaz Ayuso continua ad abbassare le tasse, praticando il dumping fiscale, per l'appunto.
Ci sono altri due temi nella relazione congressuale che rivestono interesse anche per chi, dall'estero, guarda all'ultima socialdemocrazia rimasta nella UE. La transizione ecologica è stata presa molto sul serio dai governi Sánchez. Tra gli obiettivi del PSOE c'è adesso quello di produrre l'80% dell'energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2030. Una nuova legge stabilirà che gli enti e gli attori locali abbiano una partecipazione del 20% nei nuovi parchi eolici e solari; saranno inoltre favorite le comunità energetiche. L'acqua, uno dei grandi temi di un Paese sempre più caratterizzato da lunghissimi periodi di siccità, dovrà essere usata in modo più razionale e il PSOE intende promuovere maggiore dissalazione e riuso delle acque, attualmente al 15%.
Il trasporto pubblico, che volendo rientra nei piani per la sostenibilità, dovrà essere più presente nella vita degli spagnoli, ma le proposte socialiste sono piuttosto vaghe. Un biglietto unico per il trasporto pubblico per permettere una mobilità nazionale a prezzi accessibili, aiuti e incentivi a chi userà la bicicletta per i propri spostamenti da casa al lavoro; di nuovo aiuti, questa volta ai redditi medio-bassi per l'acquisto di veicoli elettrici. Poi una proposta che probabilmente non piacerà alle imprese con più di 250 dipendenti, che dovrebbero pagare il 50% del trasporto pubblico dei loro lavoratori nei giorni feriali.
Il documento congressuale sarà dibattuto a Siviglia, ancora una volta fatale nella storia socialista. Fu nel capoluogo andaluso che, in una delle notti più drammatiche della storia recente del PSOE, i vecchi leoni rifiutarono di eleggere Carme Chacón, prima donna alla Segreteria, e optarono per il più rassicurante Alfredo Pérez Rubalcaba, rimandando il necessario rinnovamento. Pedro Sánchez, senza rivali, non dovrebbe avere problemi per la sua rielezione alla Segreteria del partito.
Frase della settimana
"Vedo molte persone che per facciata sono campioni di un discorso umanistico, quasi antisistema, e poi reagiscono come pazzi se non li mettono nella suite che vogliono"
(L'attrice Ursula Corberó a El País)
Tenendo le fila
170mila secondo gli organizzatori, 22mila secondo la Guardia Urbana, fatto sta che erano tantissimi a Barcellona, sabato 23 novembre, per manifestare in difesa del diritto alla casa. "Abbassiamo gli affitti!" è stato lo slogan che ha riunito oltre 4mila associazioni, arrivate da buona parte della Catalogna. La casa è il tema più urgente per i barcellonesi, assediati da sfratti e da appartamenti turistici, che hanno reso gli affitti sempre più pesanti. Qualche numero diffuso prima della manifestazione: secondo i dati dell'Institut Català del Sòl, dal 2014 gli affitti sono aumentati del 70%. Un aumento enorme, reso più insopportabile dall'aumento degli stipendi nello stesso periodo, che è stato solo del 16%.
Lo scontro tra gli show serali La Revuelta (La 1) ed El hormiguero (Antena 3), di cui vi avevo già raccontato qualche settimana fa, ha raggiunto il culmine nei giorni scorsi, quando il conduttore de La Revuelta David Broncano ha spiegato durante il programma che il campione di MotoGP Jorge Martín, già presente negli studi, non poteva rilasciare l'intervista pattuita perché aveva un accordo con El hormiguero. "Ci hanno smontato il programma, succede da anni, da quando facevamo La Resistencia e non eravamo in diretta concorrenza (…) quando possono impedire che qualche invitato venga qui lo fanno" ha detto. Subito dopo, al posto dell'intervista, sono andate in onda per 13 minuti scene di vita degli animali che, però, non hanno fatto passare i telespettatori a El hormiguero. Da parte sua, il programma di Antena 3 ha assicurato che si è trattato di un semplice malinteso. La polemica non si è ancora spenta su social e media spagnoli.
Questione Íñigo Errejón, ex portavoce di Sumar e fondatore di Podemos, che ha lasciato la vita pubblica dopo una serie di denunce sul web per molestie sessuali (e una in tribunale). Convinta che la violenza contro le donne sia un problema maschile e che debbano partire dagli uomini il rifiuto e la condanna, sono interessata al dibattito che il caso-Errejón ha aperto tra gli uomini. Faticoso, poco mediatico, ma essenziale. Sono soprattutto i media progressisti a dare spazio a dubbi, paure, ammissioni e ripensamenti degli uomini. Su El País, un bell'articolo che intervista diversi uomini e racconta le loro reazioni davanti alle denunce anonime nel web e il loro modo di porsi (nuovo?) davanti alle donne, dopo il #MeToo e il caso Errejón. Se avete tempo, questo è il link.
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