L'irruzione di Trump divide la destra spagnola
Il PSOE difende i valori progressisti, Vox aderisce ai richiami estremisti, in mezzo rimane il PP: come districarsi nella trappola trumpiana? I conservatori spagnoli davanti a una difficile scelta
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Questa settimana, gli interessanti movimenti che l’avvio della presidenza Trump sta portando nella politica spagnola. Da una parte Sánchez, fieramente anti-Trump, dall’altra Abascal, suo ambasciatore. In mezzo il PP, la destra moderata, tirato da tutti per la giacchetta e senza ancora una strategia comune alle sue diverse anime.
Buona lettura!
L’irruzione di Trump e le contraddizioni della destra spagnola
Pedro Sánchez si erge a baluardo della resistenza, Santiago Abascal è l'ambasciatore del nuovo più antico che c'è, in mezzo al guado rimane Alberto Núñez Feijóo, leader della destra moderata. La presidenza di Donald Trump sta mettendo in discussione non solo i rapporti tra le due rive dell’Oceano Atlantico, ma gli stessi equilibri interni in tanti Paesi dell’Unione Europea. A farne le spese, in Spagna, è, a sorpresa, la destra. E chissà che non tutto il male venga per nuocere.
Pedro Sánchez è l'unico presidente socialista alla guida di un grande Paese della UE (difficilmente Olaf Scholz sarà confermato Cancelliere della Germania nelle imminenti elezioni del 23 febbraio) e ne avverte tutta la carica. Nel Foro Economico di Davos ha pronunciato un durissimo discorso contro Trump e soprattutto contro i ricchi proprietari dei social media, "un piccolo gruppo di tecno-miliardari che non si accontentano più di detenere un potere economico quasi totale: ora vogliono anche il potere politico in un modo che sta minando le nostre istituzioni democratiche. E non nascondono nemmeno questo obiettivo. Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e uno dei loro principali ideologi, ha ammesso apertamente in un'intervista che i miliardari della tecnologia vogliono rovesciare la democrazia perché - e cito - 'hanno smesso di credere che libertà e democrazia siano compatibili'. E dovremmo chiederci, la “libertà” di chi esattamente? Perché la democrazia non è solo compatibile con la libertà del popolo; ne è la precondizione necessaria". Nessun leader europeo ha osato essere opporsi così nettamente ai padroni delle reti sociali. Recentemente ha ripreso questi concetti, andando oltre.
"Stiamo assistendo a una corsa spietata in cui la tecno-casta si allea con poteri autoritari che combattono una battaglia senza regole" ha affermato. "Ecco perché vediamo che la nuova intelligenza artificiale cinese ha eliminato le critiche al governo cinese. O che la principale azienda statunitense di intelligenza artificiale, quando interpellata, sollevi dubbi sulla vittoria di Biden nel 2020. O che il più famoso fornitore di geolocalizzazione eliminerà il nome del Golfo del Messico per ingraziarsi i potenti. Vogliono informazioni senza dissenso". Davanti a questo pericolo, Sánchez invoca più Europa, per "consolidare un modello di crescita basato sulla digitalizzazione umana e umanistica. Dobbiamo trasformare l'ambiente digitale in un bene pubblico per i cittadini. E possiamo farlo solo con la regolamentazione e promuovendo la tecnologia europea attenta ai diritti umani". Tra le sue proposte, la fine dell'anonimato sui social network, la responsabilità dei loro proprietari su ciò che vi si pubblica, la trasparenza dei loro algoritmi e, soprattutto, un'alternativa tecnologica europea. La sua opposizione ai valori della presidenza Trump appare netta.
Sull'altro lato della scena spagnola, c'è Santiago Abascal, il leader di Vox, partito di estrema destra in ascesa, ma non quanto vorrebbe l'ambizione del suo fondatore: è sempre stato un sostenitore di Trump e da quando il repubblicano si è insediato alla Casa Bianca è diventato il suo ambasciatore in Spagna. Anche a costo di dover rivedere precedenti convinzioni e nonostante il rischio dei dazi minacciati anche a Madrid. Recentemente Abascal ha organizzato a Madrid una riunione dei Patrioti per l'Europa, il partito dell'estrema destra europea, parafrasando lo slogan caro a Trump: Rendiamo l'Europa di nuovo grande (MEGA e non MAGA); tra i presenti, la francese Marine Le Pen, l'italiano Matteo Salvini, l'ungherese Viktor Orbàn, con video messaggi del presidente argentino Javier Milei e della leader dell'opposizione venezuelana Maria Corina Machado. Nel suo discorso Abascal ha promesso che la Spagna tornerà a essere il muro d'Europa contro l'Islam e ha spiegato che il vero dazio sono "il patto verde" e "le tasse confiscatorie" di Bruxelles. Il nemico, per lui, è l'Europa come la conosciamo: "Deve terminare questa dittatura globale, la grandezza dell'Europa sta nelle capitali europee e questa grandezza europea si può conquistare solo rispettando la storia, la sovranità e la libertà che è minacciata senza pudore da sinistri commissari, da tutte le parti. Lo stiamo vedendo in Germania contro Alice Weidel a cui auguriamo la vittoria alle prossime elezioni" ha spiegato dal palco.
Ne ha avute ovviamente anche per la politica interna. Per Pedro Sánchez che sta "con Maduro e con Hamas" e per il leader del PP Alberto Núñez Feijóo, "con Von der Leyen". Il presidente conservatore, che aspira a vincere le prossime elezioni politiche, nel 2027, si trova così tirato per la giacchetta da tutte le parti. "I partiti politici spagnoli stanno affrontando lo shock di Trump nel contesto della loro battaglia elettorale in corso. Pedro Sánchez si presenta come il campione europeo contro Trump, Santiago Abascal cerca di sfruttare il suo status di rappresentante spagnolo delle idee trumpiste che si stanno diffondendo in molti paesi e Alberto Núñez Feijóo cerca di navigare come meglio può in questa marea affinché l'elettorato non si lasci trasportare dal canto della sirena del suo concorrente elettorale di destra" commenta l'editorialista di El Mundo Lucia Méndez, in un bell'articolo. "Il ruolo di Sánchez può sembrare facile - sono l'unico che può fermare il trumpismo - ma come presidente del governo deve coniugare la battaglia ideologica contro il presidente americano con le relazioni tra i due Stati" sottolinea. Ed è questo l'equilibrio che il presidente del Governo fatica per il momento a trovare.
Vox, che "intrattiene i rapporti più stretti con la nuova amministrazione statunitense, è quello che in questo momento ha espresso la sua posizione in modo più chiaro". E il PP? Núñez Feijóo deve mediare tra le diverse anime del partito. Quella di Isabel Diaz Ayuso, ambiziosa presidente della Comunidad de Madrid, che si butta sempre in avanti costringendo spesso la dirigenza popolare a inseguirla e che adesso guarda con simpatia a Trump. Quella più liberal-conservatrice, che non ha alcuna simpatia per le minacce di Trump all’Europa né per i suoi negoziati sulla pace in Ucraina, che escludono la UE e, di fatto, anche Kyiv. Ma non solo. Stamattina su El País, un articolo vagamente ironico cerca di spiegare il silenzio del PP, i cui leaders "da diversi anni accusano il presidente Pedro Sánchez di essere un governante autoritario, che non rispetta lo stato di diritto. Lo chiamano tiranno, satrapo e non so quante altre cose. Aggiungono che la democrazia spagnola è in serio pericolo con Sánchez al governo e che lo stato di diritto è stato minato da quando la sinistra governa la Spagna". E sottolinea come "questo modo di opporsi al governo sembra ridicolo alla luce di quanto accaduto durante il primo mese di presidenza di Trump. Ora che stiamo assistendo in tempo reale, quasi come in un reality show 24 ore su 24, cosa significhi una regressione autoritaria nella più antica e potente democrazia del pianeta, l'intera costruzione retorica del sanchismo come minaccia alla democrazia viene smascherata nella sua vera natura, una storia spettrale che avvelena la politica spagnola ormai da diversi anni". Il silenzio di Núñez Feijóo al momento sembra un segnale di debolezza, più che di forza.
Probabilmente, però, è venuta l'ora di chiarire un equivoco a lungo trascurato: il PP e Vox non guardano allo stesso elettorato. Gli elettori conservatori e liberali non hanno niente da spartire con i neofascisti di Vox e non voterebbero per un partito pronto ad allearsi con Abascal. E, d'altra parte, per il Partido Popular sarebbe difficile intercettare il voto moderato in uscita dal PSOE, se, allo stesso tempo, si proponesse come competitor nell'area neofascista. Il ciclone Trump sta mettendo la destra moderata davanti alle sue contraddizioni e magari è un bene, per il popolo moderato in cerca di espressione in politica.
Frase della settimana
"Non c'è bisogno di sederci a parlare, Juan, so che il giorno in cui vorremo, vivremo insieme, senza portare bagagli"
(la cantante e attrice Lolita Flores al presentatore tv Juan y Medio, che fu suo compagno una ventina di anni fa e più)
Tenendo le fila
Speculazione edilizia o servizio alla città? La domanda sorge sempre spontanea quando a Madrid si annuncia la costruzione di nuovi quartieri. Siamo a La Latina, nella zona sud-occidentale della capitale, a pochi passi dal centro, in un quartiere che inizia a sentire i primi segnali della gentrificazione. Qui la Comunidad de Madrid ha approvato un progetto per la costruzione di 529 nuovi appartamenti, 370 destinati al mercato libero e 159 a quello protetto, secondo i criteri dell'architettura biosostenibile; l'orientamento garantirà la miglior esposizione solare e i tetti piani saranno coperti da vegetazione. Le costruzioni, inoltre, saranno circondate da aree verdi, giardini e strutture sportive. Un progetto che però non convince i residenti: non c'è bisogno di nuovi abitanti, ma sono necessari maggiori servizi.
A Vega de Villalobos, nella Castilla y León, 91 abitanti d'estate e 50 d'inverno, è festa grande: è nato il primo bambino dopo 18 anni e si è trovato con tantissime nonne e nonni che danno una mano. Si chiama Ayoub e i suoi genitori sono Karima e Mohamed Bahari, una coppia marocchina che è riuscita finalmente ad avere un figlio dopo un decennio di tentativi. Il neonato è stato ovviamente adottato ancora prima della sua nascita: Karima, racconta, è stata accompagnata alle revisioni mediche e seguita amorevolmente durante la gravidanza dalle donne del paese. E adesso c'è chi si offre di farle la spesa o di prendersi cura del piccolo mentre lei riposa. La deputata di Vox Rocío de Meer ha causato forti polemiche per aver definito "tenebrosa" la nascita del piccolo. Lei, che, volendo fare i pignoli, non è dotata di cognome spagnolissimo.
In provincia di Málaga, el Caminito del Rey, così chiamato perché usato da re Alfonso XIII nel 1921, è uno dei percorsi turistici più famosi dell'Andalusia. È uno stretto sentiero, scavato nella roccia a picco sul canyon del fiume Guadalhorce, ed era usato dagli operai che dovevano raggiungere la centrale elettrica di El Chorro, Per percorrerlo non bisogna soffrire di vertigini e non guardare troppo in basso, ma è davvero spettacolare. Riaperto nel 2015, dopo essere stato messo in sicurezza, conterà adesso sul ponte pedonale più lungo di Spagna, ben 110 metri di lunghezza sospesi sulla roccia. I lavori inizieranno tra un mese, il ponte dovrebbe entrare in funzione a fine novembre, per un costo di 1,25 milioni di euro, a carico dello stesso Caminito del Rey. Il percorso continuerà a essere aperto ai turisti anche durante i lavori.
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