Arriva la Lexit: León vuole lasciare la Castiglia
Tempi duri per la Castilla y León: con la Lexit, León intende formare una propria regione, lontana da Valladolid. Ragioni storiche ed economiche e una fusione a freddo mal riuscita dietro la richiesta
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi parliamo della Lexit, ovvero dell'uscita di León dalla Castiglia e León, la regione che unisce i due antichi regni storici al centro della Spagna. Non preoccupatevi, nel caso, sarebbe un'operazione legale. Ma perché León vuole lasciare la Castiglia? Scopriamolo insieme qui!
León vuole lasciare la Castiglia
Lexit, una parola che si ascolta molto in Spagna in questo periodo. Arriva dopo la Brexit e dopo il procés in Catalogna, che doveva produrre l'indipendenza della regione dalla Spagna. Anche Lexit indica una separazione, quella che León vuole dalla Castiglia, per costituire una regione autonoma.
Un'aspirazione che ritorna periodicamente d'attualità, nel 2020 il PSOE e Unidas Podemos avevano votato a favore della separazione nel Consiglio Comunale cittadino, insieme all'Unión del Pueblo Leonés. E recentemente, nella Diputación, la provincia, de León, di nuovo il PSOE e l'Unión del Pueblo Leonés hanno votato sì alla richiesta alla Giunta regionale, formata da PP e Vox, di iniziare i tramiti per formare una regione autonoma, la cosiddetta Región Leonesa, di cui faranno parte anche le province di Zamora e Salamanca. Il tutto in un processo che seguirà le norme legali: la Costituzione non stabilisce infatti quante debbano essere le regioni spagnole, quindi ammette una loro divisione o eventuali accorpamenti.
Ma perché León vuole separarsi dalla Castiglia? Qui intervengono ragioni storiche, economiche e, mai sottovalutarle, di rivalità tra città. Le ragioni storiche ci portano nella Spagna medievale, da cui iniziano ancora tante idiosincrasie spagnole (una delle ragioni per cui la storia di questo Paese è così affascinante). León tuvo Reyes antes que Castilla leyes (León ha avuto re prima che la Castiglia avesse leggi) recita un detto locale, giusto per far capire quanto i leonesi si sentano distanti dai castigliani. Il regno di León è uno dei più antichi di Spagna, il suo scudo appare in un quarto dello scudo spagnolo; fu uno dei protagonisti della lotta contro i Mori, durante il Medioevo (la storia riporta che Fernando e Isabella riconquistarono la Spagna, ma furono i regni del Nord, quelli che resistettero all'avanzata araba, nei secoli più duri). E, cosa di cui i leonesi sono molto orgogliosi, la Carta Magna del Regno di León, risalente al 1188, è più antica persino di quella d'Inghilterra. León, insomma, ha una propria storia e una propria autonomia, che l'attuale regione autonoma non valorizza e non difende.
Poi ci sono le ragioni economiche, che ci riportano alla España vaciada, la Spagna svuotata. La Castilla y León ha una superficie superiore a quella del Portogallo (94.223 kmq contro i 92.391 del Paese accanto) ed è la regione amministrativa più estesa d'Europa. "Un territorio così grande che l'amministrazione pubblica ha lasciato irrisolti tanti problemi in un'area particolarmente colpita dallo spopolamento" scrive El Diario. Qualche numero, per farsi un'idea: dall'inizio degli anni '80, quando è stata costituita la Castilla y León, Valladolid, capoluogo della Castiglia, è diventata leader dell'economia regionale, mentre León ha perso 45.000 abitanti e la sua provincia contribuisce con l'83% alla perdita di popolazione della regione. Tra il 1978, l'anno in cui è stata fondata la democrazia spagnola, con l'approvazione della Costituzione, e il 2022, l'economia della regione è cresciuta del 122,6%, quella di Madrid del 224,4% e quella di Murcia del 230%; dietro alla Castiglia e León solo le Asturie e la Cantabria. Alla regione manca anche il senso di appartenenza: nessuno degli abitanti si dichiara castellanoleonés, ma sempre castellano o leonés. Insomma, la Castilla y León è una creatura artificiale, che non ha funzionato e León non ha intenzione di finire sotto Valladolid.
Ma perché le due regioni sono state messe insieme? Questo è curioso, perché la responsabilità è, incredibilmente, di un leonese, l'allora Ministro dell'Interno Rodolfo Martín Villa. Siamo all'inizio degli anni '80, quando la Spagna è ancora governata dall'UDC, formazione di centro-destra, e sta formando le sue Comunidades Autónomas. L'Andalusia al sud, la Galizia a ovest, i Paesi Baschi e la Catalogna a est erano le regioni storiche più facilmente identificabili. Al centro c'era il grande spazio delle due Castiglie e l'antico regno di León, strettamente legato alle Asturie. Di fatto il regno di León nacque da una divisione delle Asturie tra i figli di Alfonso III, nel X secolo, e fu un attivo protagonista nelle guerre contro i califfi cordobesi; poi nel XIV secolo entrò a far parte della Corona di Castiglia e recuperò la propria esistenza solo nel 1833, quando ci fu una nuova organizzazione amministrativa. Che fare dunque di León? Martín Villa decise di non unirlo alle Asturie, perché le due regioni insieme avrebbero dato vita a un distretto minerario potente, ma decisamente troppo "rosso" (le Asturie sono ancora oggi uno dei bastioni socialisti). Quindi optò per l'unione a freddo con la Castiglia, da contrapporre alle spinte nazionaliste della Catalogna e dei Paesi Baschi.
Un'unione che per León ha significato un declino politico, sociale ed economico. Una delle regioni più spopolate del Paese e a maggior tasso d'invecchiamento. Una regione da cui scappare appena possibile, perché le opportunità sono sempre minori. L'unica soluzione è la separazione dall'odiata Castiglia. La sostiene oltre il 50% dei leonesi, con punte del 56% tra i più giovani.
Frase della settimana
"Con las leyes de PP y Vox, los dos mejores futbolistas de la selección no jugarían" (Con le leggi del PP e di Vox, i due migliori giocatori della nazionale non giocherebbero)
Gabriel Rufián, portavoce della Sinistra Repubblicana Catalana alla Camera, a proposito della richiesta di mandare la Marina contro l'immigrazione irregolare da parte del PP. I due migliori giocatori sono ovviamente Nico Williams e Lamine Yamal, entrambi di origine africana.
Tenendo le fila
Terremoto in cinque delle Comunidades Autónomas guidate dal centro-destra. Vox, la formazione dell'estrema destra, ha tolto il suo appoggio alle giunte di Aragona, Castilla y León, Comunitat Valenciana, Estremadura e Murcia, lasciando il PP in minoranza. La causa, la decisione del PP di accettare la distribuzione dei minorenni immigrati arrivati nelle Canarie; Vox non intende avallare politiche che "facciano continuare l'invasione dell'immigrazione illegale". I presidenti delle cinque regioni hanno deciso di non indire nuove elezioni e di continuare a governare in minoranza. Se ci riusciranno è cosa da scoprire nei prossimi mesi.
I 69 deputati che Podemos ha ottenuto alle elezioni di dicembre 2015 potrebbero essere stati spiati per un paio d'anni dalla Polizia Nazionale su ordine del Ministero dell'Interno del Governo di Mariano Rajoy. Tra gli spiati, la vicepresidente del Governo Yolanda Díaz, Pablo Iglesias, che fu leader di Podemos, la sua compagna Irene Montero, ex Ministra delle Pari Opportunità, Íñigo Errejón, attuale portavoce di Sumar nel Congresso. L'operazione di spionaggio, dopo le elezioni del 2015, quando il PP, temendo di perdere il Governo, ha cercato elementi per screditare i deputati di Podemos, possibile alleato del PSOE.
Se siete a Santiago de Compostela prima di gennaio, visitate la mostra Una vida vikinga, nella Cidade da Cultura. 120 manufatti, provenienti da Musei di Svezia, Danimarca, Francia e Spagna, illustrano il doppio volto dei vichinghi. Da una parte pirati violenti e temuti per le loro incursioni, dall'altra esperti marinai e commercianti, capaci di arrivare fino in America a Occidente e fino a Costantinopoli a Sud-Est (furono vichinghi i fondatori della Rus' di Kyiv, da cui nacque il mondo slavo). Un percorso espositivo che vuole rompere leggende romantiche, mostrare la quotidianità e dare alla Galizia il posto che le spetta nel mondo vichingo.
E se volete festeggiare la quarta Eurocopa spagnola, non perdetevi Potra salvaje, la canzone di Isabel Aaiún, remixata da Rafa Marco e diventata una sorta di inno ufficioso della Selección in Germania 2024. youtube.com
P.S.
Mi trovate anche su venividiscrissi, newsletter di interviste e riflessioni, in cui seguo le mie curiosità, senza pormi limiti di argomenti e ampliando sempre orizzonti.
Nell'ultimo articolo, un salto in Gallura, per conoscere Francesca Simurro, che ha lasciato la sua vita in Emilia e la sicurezza economica di un lavoro appagante perché sognava la Sardegna. E, mentre cercava un'idea per rimanere nell'isola, il profumo dell'elicriso ha deciso per lei. Helysol Sardinia, da una folata di profumo di elicriso
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Grazie!! Come lei stessa scrive, i media italiani non hanno detto nulla di questa separazione tra due grandi regioni spagnole. Ho trovato l'articolo molto interessante
Non sapevo della Lexit, che storia! A differenza della Catalogna, però, León non è una regione particolarmente ricca, anzi. Mi chiedo cosa potrebbero guadagnarci se diventassero autonomi, secondo me per loro le cose peggiorerebbero. Tu che pensi?