Le notti di terrore a Torre Pacheco, le due destre davanti al bivio
La caccia all'immigrato ha sconvolto la cittadina di Murcia, fa il gioco di Vox e mette il PP davanti a un bivio. Gettarsi nelle braccia dell'estrema destra o tornare ai valori conservatori?
Questa è cosedispagna, una newsletter di cadenza settimanale in cui racconto la Spagna che mi colpisce e che difficilmente trova posto sui media italiani.
Oggi le notti di terrore a Torre Pacheco, paesone agricolo alle porte di Murcia, in cui gli estremisti xenofobi di destra hanno dato la caccia allo straniero. L’estrema destra nel suo brodo, la destra moderata che non sa reagire né imporre la propria agenda (ma ne ha una?).
Le notti di terrore a Torre Pacheco, le due destre davanti al bivio
Torre Pacheco è una cittadina di 40mila abitanti, poco a sud-est di Murcia. Si trova nella Huerta de Europa, quella regione affacciata sul Mediterraneo che più o meno da Valencia fino ad Almería è dedicata all'agricoltura intensiva, per fornire frutta e verdura alla grande distribuzione del Nord Europa. Quanto siano difficili le condizioni di chi lavora nei campi lo avevo raccontato in questa newsletter. Come tante cittadine di quell'area, in pochi decenni anche Torre Pacheco ha visto raddoppiare e cambiare la propria popolazione. Oggi il 30% dei suoi abitanti ha origini straniere, soprattutto marocchine, con le inevitabili tensioni che la povertà e le diffidenze portano con sé: siamo in terre che parlano ancora di Moros e Cristianos, come ai tempi della Reconquista (terminata nel 1492, rendiamoci conto di come ferite, leggende e manipolazioni abbiano conseguenze secolari).
Qualche mattina fa, il signor Domingo, 68 anni, stava facendo la sua solita passeggiata molto mattutina, quando è stato aggredito da tre giovani, in realtà uno lo ha selvaggiamente picchiato e gli altri due hanno guardato. Sembra che l'aggressione sia stata fatta semplicemente per essere pubblicata sui social (viviamo in questo mondo qui e molte sono le domande a cui bisognerebbe trovare risposta). Effettivamente c'è un video sui social, ma il signor Domingo non si riconosce nell'uomo pestato e non riconosce i suoi aggressori, quindi c'è un altro uomo aggredito solo per mostrare la violenza sui social. Scattate le indagini dopo la denuncia della vittima, sembra che l'autore del pestaggio e i suoi complici siano stati tutti arrestati, il primo addirittura nei Paesi Baschi, pronto ad attraversare la frontiera con la Francia. Il video e le parole di Domingo, circa la possibile origine maghrebina dei suoi aggressori, sono stati usati dai gruppi di estrema destra per una caccia allo straniero nella cittadina. Per diverse notti hanno terrorizzato Torre Pacheco, con inseguimenti, pestaggi, violenza, distruzione di locali, interventi della Polizia con arresti e feriti.
I media spagnoli, e anche italiani, riportano le testimonianze di famiglie maghrebine spaventate e chiuse in casa; di lavoratori maghrebini a cui sono stati distrutti i locali, semplicemente perché di loro proprietà; di giovani che hanno risposto agli aggressori con la stessa violenza. E sembra che la maggior parte degli spagnoli e dei maghrebini più violenti sia arrivata da fuori, per il semplice gusto di menare le mani, esprimere il proprio odio e le proprie frustrazioni. Gli spagnoli contro i Moros, colpevoli di rendere insicura la vita del Paese perché tutti delinquenti e violenti; i marocchini contro gli spagnoli che non li accettano, anche se sono nati e cresciuti in Spagna, non parlano l'arabo e vogliono un futuro nel proprio Paese (che è la Spagna, non il Marocco). I principali quotidiani riportano i messaggi violenti delle chat e dei canali Telegram, in cui uomini dell'estrema destra si danno appuntamento per andare a caccia di immigrati nei prossimi giorni .
Il messaggio xenofobo dell'estrema destra spagnola è diventato più violento dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Le persecuzioni violente del presidente statunitense contro gli immigrati hanno acceso l'immaginario di Vox e dei suoi sostenitori. Di fatto il partito ricatta il PP nelle Regioni in cui gli permette di governare: o le politiche contro gli immigrati diventano più dure o gli ritira il suo appoggio. E oltre a maggiore severità contro gli immigrati chiede anche la difesa dello spagnolo contro le altre lingue ufficiali, la limitazione dei diritti degli omosessuali, il controllo dei programmi scolastici in materia sessuale, l'abolizione delle leggi della Memoria Storica, che aiutano le famiglie a recuperare i resti dei repubblicani giustiziati durante la Guerra Civile e durante la dittatura. E spesso il PP ha scelto di abbassare la testa. Questo è il punto interessante. Non la violenza xenofoba né il razzismo che caratterizzano l'estrema destra, ma cosa fa la destra moderata per impedire che quel discorso sia legittimato fino a far saltare la convivenza pacifica nelle città.
Tempo fa avevo proposto nelle note di cosedispagna un articolo scritto dall'analista politico Ángel de la Cruz nel suo profilo di substack. Iniziava così: "Il 10 febbraio 2019 si è svolta la manifestazione di [plaza de] Colón contro il governo di Pedro Sánchez, indetta da PP, Ciudadanos e Vox. Di quella famosa foto, solo Santiago Abascal è rimasto in piedi. Pablo Casado [all'epoca presidente del PP] e Albert Rivera [all'epoca presidente di Ciudadanos], così come altri leader popolari e cittadini di second'ordine, sono stati defenestrati dalla storia. Pochi mesi dopo la manifestazione, in aprile e novembre, il PSOE vinse le elezioni e formò un governo di coalizione con la sinistra alternativa, esclusa dagli spazi di potere sin dalla Seconda Repubblica. (…) Oggi, sei anni dopo la manifestazione di Colón, qualsiasi alternativa al governo passerebbe attraverso Vox. Questo è il bilancio oggettivo di cui il PP deve farsi carico, dopo pandemie, guerre e DANA. La destra tradizionale non ha una posizione infallibile per fermare l'avanzata dell'estrema destra, ma il PP ha fallito clamorosamente nel suo tentativo. I movimenti erratici di Feijóo sembrano derivare da questo: il suo destino è legato a quello di Abascal".
Questa è una grande verità con cui il PP non riesce a fare i conti. Si trova davanti a un bivio: vuole i voti moderati che il PSOE sta perdendo a causa dello scandalo Cerdán? Vuole sfidare Vox e il suo leader Santiago Abascal a chi è più trumpiano su temi come l'immigrazione e il nazionalismo? Sceglie la convivenza o la contrapposizione?
Il recente Congresso poteva aiutare a sciogliere i nodi, riportare il partito su valori conservatori e meno polarizzanti. Ma il presidente Alberto Núñez Feijóo invece di isolare la violenza e l'intolleranza di Vox, smarcandosi dal suo abbraccio, non esclude un'alleanza, nel caso alle prossime elezioni non ottenesse la maggioranza assoluta. "Vox è la terza forza politica del Paese e i suoi elettori meritano rispetto" ha detto, concludendo il Congresso e giustificando possibili, future alleanze.
La violenza di Torre Pacheco, la caccia agli immigrati, le proteste contro i diritti delle donne, delle minoranze linguistiche e degli omosessuali, il nazionalismo e il sovranismo sono il mondo di Vox (e dell'estrema destra internazionale, non nascondiamoci). E la destra moderata (non solo spagnola) ha la responsabilità storica di impedire il suo arrivo al potere, smarcandosi e proponendo finalmente una visione di società guidata da valori conservatori e liberali, in grado di rassicurare anche chi liberale e conservatore non è. Al momento Alberto Núñez Feijóo sta ampiamente fallendo.
Borja Sémper
Il portavoce del PP Borja Sémper ha annunciato di avere un cancro e per questo sarà meno presente nella vita pubblica del partito, anche se per ora non pensa di lasciare il suo incarico. Non ha voluto dare molte indicazioni. se non che i medici sono ottimisti sulle sue possibilità di guarigione, perché il cancro è stato scoperto durante controlli di routine e si trova nelle prime fasi, ben localizzato. Richiederà però cure "molto esigenti". L'annuncio ha suscitato un'ondata di affetto e di solidarietà, con messaggi dai rappresentanti di tutti i partiti politici, che, ha detto Borja, gli hanno fatto molto bene, date le circostanze.
La malattia è stata scoperta durante un controllo di routine e Sémper, come tutti i malati, ha cambiato la prospettiva. Vorrebbe, ha spiegato, che si facessero maggiori sforzi nella prevenzione e per garantire a tutti gli spagnoli un'uguaglianza nelle politiche sanitarie (Borja Sémper è un conservatore molto atipico). Lui deve la diagnosi precoce della malattia alla sua compagna, l'attrice Barbara Goenaga, che "ha insistito, insistito e insistito affinché facessi gli esami".
Ho scoperto Borja Sémper una decina di anni fa, forse qualcosa di più, grazie a un'intervista. Non ricordo se di El Mundo o di El País, in cui raccontava la sua ascesa politica, dai Paesi Baschi fino a Madrid; allora sembrava proiettato verso importanti ruoli nazionali, ma poi ha scelto di tornare in Euskadi e si è sempre diviso tra la passione per la politica locale e i richiami di Madrid. Mi aveva colpito perché aveva raccontato gli anni del terrorismo dell'ETA dal punto di vista di un giovane conservatore. La difficoltà e la paura di fare politica nella sua terra a causa dello scontro ideologico e delle minacce. Il trauma che aveva rappresentato l'assassinio di Miguel Ángel Blanco, il giovanissimo consigliere comunale di Ermua, sequestrato dall'ETA e poi ucciso 48 ore dopo perché il Governo aveva rifiutato di portare nelle prigioni basche gli etarras incarcerati. Il desiderio di non mollare e di non darla vinta ai terroristi, anche a rischio della propria vita e di quella dei propri cari.
Leggere cosa abbia significato crescere in un ambiente ostile e dedicarsi alla politica in un territorio così diviso dalle tensioni nazionalistiche ha fatto di Borja Sémper una figura di riferimento per me (a volte mi basta una frase, un dettaglio per avere immediata stima/simpatia/rispetto per qualcuno). In quello stesso periodo si era legato a Barbara Goenaga, attrice basca, anche lei sempre divisa tra la sua Euskadi e i richiami di Madrid. All'epoca erano belli, carismatici, di successo e molto riservati circa il loro amore. È El Mundo che racconta gli inizi: "La relazione è iniziata nell'estate del 2014 a San Sebastián grazie ad alcuni amici comuni ed è stato amore a prima vista. Nonostante fossero ideologicamente agli antipodi, il leader e la figlia del defunto pittore Juan Luis Goenaga hanno scoperto molte affinità e hanno iniziato a flirtare su Whatsapp. Hanno evitato di ostentare la loro passione a Madrid, dove i paparazzi sono più numerosi che a San Sebastián, e hanno parlato della loro relazione solo con gli amici più intimi. Nel Partito Popolare Basco erano pochissime le persone a conoscenza della vicenda. "Eravamo in quattro a saperlo. Borja me l'ha detto e mi ha chiesto di essere discreto. La notizia ha colto di sorpresa molti colleghi" aveva detto un membro del Partito Popolare".
Nel 2020, Sémper ha lasciato la politica, per lavorare in una società di consulenza e per dare una certa stabilità alla famiglia in movimento: ai figli che hanno avuto da precedenti relazioni, uno a testa, si sono aggiunti i due bambini nati dal loro rapporto. Però non ha resistito molto: un paio di anni fa Feijóo gli ha proposto di diventare portavoce del PP e lui ha accettato. "Sono molto preoccupato per il futuro" aveva detto, quasi a giustificare il suo ritorno. E aveva ringraziato Barbara, per averlo capito.
Ricordo che lei si era trovata coinvolta in una polemica su twitter per aver condannato un'aggressione omofoba: Parlane con il tuo compagno, con cui condividi vita e figli e che appartiene a un partito che legittima l'omofobia, le avevano scritto con toni sempre più violenti. Lei aveva lasciato twitter, sostenendo la propria autonomia di pensiero rispetto al compagno. Ho sempre una certa curiosità per le coppie improbabili e loro due costituiscono una delle coppie spagnole che più mi incuriosiscono, anche per la loro indipendenza l'uno dall'altro e per le loro menti brillanti (Barbara ha una propria linea di gioielli apprezzata anche dalla regina Letizia, che ha usato diversi orecchini da lei disegnati).
Non posso che incrociare le dita e augurare a Borja Sémper di tornare presto e nella sua forma migliore, a difendere il suo PP nell'agone politico.
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Un artículo realmente bueno. Enhorabuena por tu gran labor. Me ha parecido muy interesante, pues normalmente se habla de los peligros de la extrema derecha, de lo que debería estar o no haciendo Sánchez, pero no tanto del señor Feijóo. Reconozco que me ha sacado una sonrisa cuando has puesto lo de que si realmente el PP tiene una agenda. Lo pongo en duda, la verdad, y más con Albertito al frente. Pero sin duda, esperemos que hagan lo correcto, y que su codicia por el poder no les haga aliarse con personajes poco deseables.
Lo que sí le reconozo al fascismo (extrema derecha es demasiado políticamente correcto) es su capacidad de movilización. Aunque supongo que no es tan difícil en grupos dominados por la testosterona y neuronas solitarias. No es que el fin justifique los medios, sino que los medios son el fin en sí mismo: violencia de toda índole contra todo, y todos, que sean diferentes. Ah, y por supuesto, todo en nombre de la patria. Si les tendremos que estar agradecidos y todo. Una pena que condenen colectivos enteros, no comportamientos individuales, y que se olviden salir a la calle cuando hay casos de violencia de género, muchas veces en manos de españoles.
Violencia disfrazada de justicia.
Y cambiando de tema, me has hecho recordar el caso de Miguel Ángel Blanco. Era pequeña cuando sucedió, pero es algo que no se olvida, aunque de aquella no entendiera bien qué estaba pasando.
Te leo la próxima semana. Grazie! :)